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Loot boxes, sono le nuove 'trappole' di gioco per i ragazzini?

Loot boxes, sono le nuove 'trappole' di gioco per i ragazzini?

Per migliorare l'esperienza on line, pacchetti da comprare. Per molti creano basi per gioco d'azzardo

30 maggio 2018, 15:54

di Alessandra Magliaro

ANSACheck

Overwatch - RIPRODUZIONE RISERVATA

Overwatch - RIPRODUZIONE RISERVATA
Overwatch - RIPRODUZIONE RISERVATA

Loot boxes cosa sono? Perchè in molti paesi sono stati addirittura vietati (in Belgio ad esempio, "in violazione della legislazione sul gioco d'azzardo"), e il tema è così controverso anche all'interno di grandi società come la Electronic Arts? I giovani appassionati di giochi on line sanno di cosa si tratta - in pratica microtransazioni - e non sempre si rendono conto delle potenzialità negative di questi forzieri.

Non che siano il male assoluto ma certo i genitori devono sapere di cosa si tratta. Ansa Lifestyle lo ha chiesto a Simone Feder, psicologo, giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Milano, coordinatore dell'Area Giovani e dipendenze nella comunità Casa del Giovane di Pavia, leader del movimento No Slot.

Come funzionano?
Sono dei pacchetti presenti all’interno di videogames (per esempio FIFA 18, Overwatch, Counter-Strike: Global Offensive, Star Wars Battlefront II) che si possono acquistare tramite l’utilizzo di soldi (veri o virtuali) e permettono di migliorare l’esperienza di gioco sia a livello di potenzialità che a livello estetico del proprio avatar (skin). L’utente si trova a poter scegliere (nessun obbligo sia chiaro) di comprarli sperando di trovare al loro interno quella particolare arma, potenzialità, caratteristica che cercano, senza avere la garanzia che questo succeda.
Ad oggi sono state vietate in alcuni paesi perché riconosciute assimilabili al gioco d’azzardo per via delle loro caratteristiche.

Perché sono un modo per innescare tra i giovani una mentalità da ‘gioco d’azzardo’ senza averne la consapevolezza?
È molto controversa l’attribuzione del termine azzardo a tali proposte in quanto c’è chi dice che non dando premi in denaro e garantendo sempre una ‘vincita’ non possono essere inserite in tale categoria. Ebbene io credo che non sia tanto l’uso del termine o meno il problema, quanto la mentalità che creano nei più giovani, caratterizzata dall’affidarsi alla fortuna e utilizzare denaro, invece delle proprie abilità, per poter avanzare nel gioco senza far fatica. È questo che unisce l’azzardo alle Loot Boxes, una modalità di funzionamento e di azione che si innesca e rischia di mettere le basi per i futuri gambler.

Lei ascolta tanti ragazzi, ha avuto esperienze su questo tema in particolare?

Molti ragazzini nelle scuole, in particolare scuole medie, che incontriamo ci dicono di aver speso soldi per acquistare questi pacchetti…. Una delle situazioni che ricordo è quella di un ragazzino accompagnato a colloquio dai genitori alcuni mesi fa. Il papà aveva permesso in un paio di occasioni di spendere dei soldi per avanzare con il gioco, successivamente si è accorto che apparivano frequentemente spese, anche ingenti, effettuate dalla sua carta di credito. Convinto che fosse stata clonata, dopo aver parlato in famiglia dell’accaduto, si era recato dai carabinieri a denunciare l’accaduto. Si è poi reso conto che tali spese erano state effettuate dal figlio che, sfruttando i dati di cui era venuto a conoscenza, l’aveva utilizzata per continuare a proseguire i suoi acquisti di gioco.

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