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Piccoli complimenti, grandi emozioni, quei gesti minimi che ci fanno stare meglio

Piccoli complimenti, grandi emozioni, quei gesti minimi che ci fanno stare meglio

Da “piccolo cavolo” alla “camminata da elefante”, le frasi da conoscere

29 febbraio 2024, 18:59

Redazione ANSA

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Una giovane donna riceve applausi di supporto foto iStock. -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Una giovane donna riceve applausi di supporto foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una giovane donna riceve applausi di supporto foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

I complimenti possono influenzare l’umore e l’autostima di chi li riceve e sono degli ottimi strumenti per instaurare un clima positivo ed empatico. Nella frenesia dovuta agli impegni della vita quotidiana spesso si sottovaluta l’impatto emotivo delle espressioni gentili, anche se ci sono delle circostanze in cui potrebbero fare la differenza.
Le piccole cose: come complimentarsi
Ci sono dei modi e dei momenti in cui un complimento può davvero essere toccante per chi lo riceve, altri in cui può creare imbarazzo.
1. Considerare il luogo: ci sono delle occasioni in cui è meglio complimentarsi davanti ad un pubblico (es. un importante riconoscimento per un successo scolastico o lavorativo), altri in cui è più apprezzato un momento dedicato, sincero e intimo (es. una qualità personale che si rispetta e si ammira). Considerare la personalità di chi riceve i complimenti è senz’altro essenziale per non creare imbarazzo, così come la cultura di riferimento (es. in Cina si tende a non esternare i propri sentimenti in pubblico).
2. Essere spontanei e andare oltre la superficie: i complimenti su un cambio di look sono sempre molto apprezzati, però non bisogna dimenticarsi di elogiare anche le qualità interiori di una persona, una buona pratica che può contribuire ad instaurare dei legami più autentici e intimi (es. lodare l’intelligenza di un’osservazione del proprio interlocutore).
3. Le azioni parlano più delle parole: nonostante il ruolo rilevante delle parole, spesso le azioni possono contribuire a valorizzarle e concretizzarle: piccoli gesti, piccoli regali di riconoscenza, possono essere altrettante azioni per dimostrare la propria gratitudine.

In occasione della Giornata mondiale del Complimento l' 1 marzo, Wep, propone un viaggio interculturale alla ricerca dei modi e delle espressioni con cui esprimere gratitudine nel mondo. Ci sono dei modi di dire che, se tradotti letteralmente in italiano, possono trarre in inganno perché non “suonano” come degli elogi. Ecco alcune espressioni da conoscere per sorprendere i local
1. “Tu es mon Petit Chou”: questa frase francese che letteralmente significa “tu sei il mio piccolo cavolo”, è comunemente utilizzata per esprimere dolcezza e affetto. Infatti, il nome “chou” in Francia si usa, oltre che per l’ortaggio, anche per indicare una pasta dolce di forma tonda e morbida, lo “chou à la crème” che in italiano si traduce con bignè. Da dedicare a qualcuno di dolce!
2. “Tamago gata no kao”: l’espressione giapponese si traduce come “tu sei un uovo con gli occhi” e potrebbe sembrare l’opposto di un complimento. Però contestualizzandola si riesce a cogliere meglio la lusinga che si cela dietro all’apparenza: il viso ovale è infatti considerato un tratto molto attraente per la cultura giapponese! Perfetta quindi per complimentare l’aspetto del proprio interlocutore.
3. “Good on ya mate!”: slang australiano utilizzato per esprimere un sincero “ottimo lavoro!”. Il sostantivo “mate” per gli Australiani ha infatti un significato più profondo della traduzione classica di “compagno” e viene comunemente utilizzato anche per indicare amici e fratelli. “Good on ya” è la forma breve ed informale di “good on you”, “buon per te”. Si può quindi usare questa espressione in un contesto in cui si vuole esprimere approvazione e stima per i risultati raggiunti.
4. “Gaja Gamini”: un animale a cui si potrebbe essere associati in India è l’elefante. La frase hindi “gaja gamini”, traducibile come “cammini come un elefante”, per la percezione occidentale potrebbe sembrare quasi un’offesa rivolta ad una camminata pesante. In India, però, il passo di un elefante è considerato maestoso, lento ed elegante.
5. "Uma pessoa fofinha”: letteralmente traducibile come “una persona soffice/morbida”, questa espressione portoghese si utilizza per descrivere qualcuno che è carino e gentile. “Fofinha” si ottiene aggiungendo all’aggettivo “fofo” portoghese (“morbido”) il suffisso vezzeggiativo “-inha”, impiegato per rafforzare il concetto (in questo caso “extra morbido”) e che infatti si può usare anche con altre parole, come, ad esempio, “amigo” (“amico”) che diventa “amiguinho” (“un amico a me molto caro”).
6. “Chen yu luo yan”: questo tipo di proverbio cinese, che si traduce con la frase “pesci in immersione, oche in picchiata” viene utilizzato per elogiare l’aspetto fisico di una persona. L’espressione, infatti, deriva da un’antica leggenda per cui si racconta che una donna di estrema bellezza era in grado di far scordare ai pesci come nuotare e alle oche come sbattere le ali per volare. Scalderà il cuore della persona a cui sarà dedicata.

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