"Siamo convinte che l'attivismo
debba toccare qualunque spazio, essere ovunque e per tutti. La
cosa più importante è il nostro messaggio di rivolta, che
diffondiamo attraverso il corpo, l'anima, la musica, i video:
vogliamo raccontare la nostra esperienza contro il potere in
Russia e tutti i problemi che abbiamo avuto, anche in quanto
donne". A parlare è Maria (Masha) Alyokhina, una delle
principali componenti delle Pussy Riot, il collettivo artistico
di protesta femminista nato a Mosca nel 2011 che l'11 settembre
sarà al Teatro degli Arcimboldi di Milano per l'unica tappa
italiana della performance "Riot Days".
Lo spettacolo - una combinazione innovativa e trasgressiva di
musica dal vivo, teatro e video, pensato per parlare di
femminismo, dei diritti LGBT e dell'opposizione al presidente
russo Putin - è nato nel 2016 ed è basato sull'omonimo libro
della Alyokhina, in cui c'è il racconto della sua storia
personale come membro delle Pussy Riot, fra azioni nella Piazza
Rossa e nella Cattedrale, arresto, tribunale e prigione. "Riot
Days è una sorta di manifesto punk che parla della storia del
collettivo. E' un mix di generi, che unisce teatro, musica,
frasi del mio libro, video originali delle nostre azioni: lo
abbiamo portato ovunque in giro, è una chiamata alla
rivoluzione, perché l'arte è sempre connessa al contesto sociale
e politico", afferma Alyokhina, che nei mesi scorsi ha lasciato
la Russia scappando dagli arresti domiciliari dopo essersi
travestita da rider, "stiamo supportando l'Ucraina nella sua
guerra per l'indipendenza. Putin non si fermerà e se il
conflitto passa in sordina, ci saranno altre bombe, altri morti,
e altri Paesi saranno attaccati, probabilmente la Finlandia".
Più volte incarcerata, e ormai da un decennio 'invisa' al
potere russo, Alyokhina sottolinea di "non combattere" per se
stessa, "è una lotta internazionale. Ognuno può fare la propria
parte".
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