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Tra dolce far niente e oziofobia come godersi l'estate

Tra dolce far niente e oziofobia come godersi l'estate

Dagli psicologi consigli per vacanze disconnesse e digital detox

14 agosto 2022, 19:39

Redazione ANSA

ANSACheck

Una donna si rilassa su un 'ama leggendo un libro foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una donna si rilassa su un 'ama leggendo un libro foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una donna si rilassa su un 'ama leggendo un libro foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Riposo, disconnessione, relax visivo e mentale, guardare un orizzonte diverso dal consueto, fare esperienze nuove, regalarsi tempo per se stessi fuori dalle abitudini, non avere il cervello super vigile e connesso: questa dovrebbe/potrebbe essere l'estate ideale, quella dei giorni (sempre meno in verità) in vacanza. I benefici sono ovvi: Dopo un anno di produttività incessante e stress accumulato, il nostro cervello ha bisogno di una pausa per riequilibrarsi e “recuperare le forze”. Nonostante questo, però, in una società che ci richiede di sostenere ritmi di vita frenetici e riempire il più possibile il nostro tempo, staccare la spina, rallentare e riappropriarsi del tempo perso, può diventare difficile.
Uno studio condotto da Hays, intitolato "What Workers Want 2020", mostra come il 53% dei lavoratori non riesca a smettere di lavorare e a scollegarsi completamente durante le vacanze. Nel frattempo, Rafael Penadés, psicologo dell'Hospital Clínic di Barcellona, spiega che la noia non è altro che uno stato d'animo che nasce quando la mancanza di attività costante viene vista come qualcosa di negativo. Questa concezione negativa del tempo “sprecato” a fare nulla è il risultato di una società sottoposta a una costante sovrastimolazione e iperproduttività, che porta all'avversione o alla paura della noia e del tempo libero. E' in altre parole la 'oziofobia' .
Cosa succede a livello fisiologico?
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che il cervello riscontra grandi difficoltà a spegnersi dopo mesi di stress continuo. Quando il cervello inizia a liberarsi dalla sensazione di sopraffazione e si prepara a rilassarsi, avviene un riequilibrio del suo sistema dopaminergico - inizia cioè a rilasciare tutta la dopamina che prima tratteneva. Questo processo di regolazione è diverso per ogni individuo, e impiega un tempo differente a seconda del livello di stress a cui il cervello è stato sottoposto. In altre parole, maggiore la sovrastimolazione a cui si sottoponiamo durante l’anno, più difficoltoso sarà riuscire a godersi appieno i momenti di riposo. Di conseguenza, l'inizio delle vacanze provoca in molte persone una sensazione di vuoto, di disagio e una costante ricerca di qualsiasi attività che permetta loro di occupare il proprio tempo.
I benefici del “dolce far niente” e i consigli per metterlo in pratica
La maggior parte degli studi concorda sul fatto che, da un punto di vista biologico, le vacanze e il riposo cerebrale favoriscano un aumento della flessibilità cognitiva e una riduzione dello stress cronico che ci portiamo dietro tutto l'anno. Inoltre, incoraggiano il pensiero produttivo e creativo. Tuttavia, affinché le ferie siano efficaci e ci permettano di tornare veramente riposati, è importante riuscire a liberarci dal pensiero della routine lavorativa.

A questo proposito, gli esperti della piattaforma di psicologia online TherapyChat hanno individuato una serie di consigli:

1. Effettuare un digital detox e scollegarsi da tutte le piattaforme che ci collegano al lavoro, cercando di favorire quelle attività che sono più creative: evitare di stare incollati al telefono rispondendo a messaggi e chiamate, pensando costantemente alla mole di lavoro che ci attende al termine della vacanza.
2. Organizzare attività piacevoli che di solito non si fanno durante l'anno per mancanza di tempo e dare priorità al nostro spazio personale.
3. Rallentare i nostri ritmi abituali: alzarsi più tardi, fare un pisolino, leggere, ecc. E, in generale, condurre uno stile di vita più rilassato che ci allontani dalla frenesia del lavoro.
4. Improvvisare, uscire dalla routine, godersi il “qui e ora” senza pensare al lavoro, essere flessibili, sbloccare la mente e apprezzare le piccole cose che vengono trascurate quando non c'è tempo.
Cos'è la fobia del tempo libero? Come riconoscerla? Quali sono i suoi sintomi e le sue cause? Perché il fatto di non avere qualcosa da fare genera paura?
Alla base, c'è un pensiero di eccessiva produttività ed efficienza, che antepone alla felicità le conquiste e i successi. È una visione quantitativa (quanti obiettivi sono stati raggiunti, quanti compiti sono stati svolti) che non si concentra sulla qualità dei risultati. La fobia del tempo libero di solito si manifesta soprattutto durante le vacanze, a causa dell’incapacità di gestire l’ingente quantità di ore libere a disposizione.
La fobia del tempo libero è la paura generata dal non avere qualcosa da fare. Le persone che soffrono di oziofobia hanno bisogno di avere sempre il tempo occupato, poiché non sopportano sentire il vuoto causato dal non avere un compito da svolgere. Tale fenomeno è qualcosa di abbastanza comune nella società odierna perché le persone cercano di mantenere la maggior parte della loro giornata e/o vita occupata con diverse attività, progetti, lavoro, ecc., proprio perché si ha il terrore di dover affrontare un tempo “vuoto ”, o un tempo non pianificato, o di terminare tutti i compiti o obblighi che andavano svolti.

Gli esperti di Guidapsicologi.it ci parlano dei Sintomi dell’oziofobia
Il sintomo che si può osservare maggiormente nei soggetti che soffrono di questa fobia è l'ansia (proiettare le situazioni future al presente). Nelle persone che presentano oziofobia, quando si rendono conto che non hanno programmi e devono affrontare del tempo libero, si produce un'attivazione del sistema nervoso simpatico, e percepiscono dentro di sé un'elevata intensità. Questo avviene perché interpretano il futuro in un modo a essi non congeniale, che non desiderano affrontare, e sentono di dover trovare al più presto qualche compito da fare per non sperimentare tale sensazione. I soggetti che patiscono oziofobia sono normalmente influenzati dal pensiero di un'eccessiva produttività ed efficienza, mettono al primo posto i loro risultati e successi a discapito della felicità. Sono soliti parlare facendo riferimento a quanti obiettivi hanno raggiunto, quanti compiti hanno svolto, sempre in modo quantitativo, invece di vedere davvero la qualità degli obiettivi e dei risultati.
Ci sono persone più esposte all’oziofobia? Riguarda solo i dirigenti o può manifestarsi a tutti i livelli?
Normalmente, le persone più esposte alla fobia del tempo libero sono quelle che hanno più responsabilità o compiti quotidiani. Avendo così tanto tempo occupato nella loro giornata, quando percepiscono che avranno tempo libero o interpretano che questo tempo non è pianificato, sentono la necessità di prendere il controllo della situazione e cercare nuovi compiti. Questo tipo di fobia può colpire qualsiasi tipo di persona, non è solo legato a dirigenti e manager, poiché può manifestarsi in tutte le aree e/o livelli. La fobia del tempo libero non distingue la "classe" o il job title della persona, poiché dove interferisce è nella proiezione del futuro che l'individuo sta facendo del proprio presente, e detto pensiero è irrazionale. Il momento in cui si verifica più spesso la fobia del tempo libero è durante le vacanze estive, perché in quel momento la persona dispone di molte ore libere, e non sa cosa farsene, a causa del carico di impegni che normalmente contraddistingue la sua quotidianità.
Suggerimenti per gestire e superare questa fobia e l'importanza di imparare a farlo
● Identificare: la prima cosa è identificare cosa sta scatenando quella paura per capire le cause ed essere in grado di stabilire delle linee guida per gestire tale paura.
● Riconoscere: è molto importante essere consapevoli del problema e riconoscere la situazione che si sta attraversando (è una paura irrazionale che sta condizionando la vita quotidiana della persona).
● Esprimere le proprie emozioni: parlare delle emozioni che si stanno generando con le persone più vicine è fondamentale nel processo, e serve a liberare tutta l'energia che si sta formando interiormente. La cosa più importante è verbalizzare tali emozioni senza vergognarsi di ciò che sta accadendo, in modo da poter capire davvero che cosa sta succedendo.
Ridurre le aspettative: quando non si generano aspettative elevate, la delusione sarà molto minore se ciò che si desidera non viene soddisfatto. Questa riduzione consentirà di ridurre i livelli di ansia che possono manifestarsi a causa dell'attivazione del sistema nervoso simpatico, e quindi prevenire che il soggetto si senta male facilmente.
● Mantenere tempi di riposo: è molto importante non riempire i tempi di riposo con attività, poiché si genererebbe un sovraccarico e mancherebbero i momenti liberi per gestirlo. Pertanto, il tempo per rilassarsi non dovrebbe essere programmato, ma fuori da ogni tabella, soprattutto in vacanza.
Ridurre il ritmo: a volte è necessario fare una pausa, leggere un libro con calma, guardare una serie o un film, fare un pisolino fuori programma, guardare un paesaggio, un muro bianco, l'orizzonte, un albero… semplicemente permettere alla mente di svuotarsi e dimenticare quei pensieri costanti che ci invadono, per essere in grado di riconnettere con noi stessi.
● Flessibilità: la flessibilità consentirà di essere in grado di adattarsi ai cambiamenti con relativa facilità, senza sentirsi male, ansiosi, o aver paura di non avere attività da svolgere.
● Ridurre al minimo la richiesta: essere costantemente esigenti con se stessi non genera buoni risultati. È fondamentale fissare obiettivi e scadenze, ma al tempo stesso essere coscienti dei propri limiti e rispettarli, e riconoscere il massimo che si può dare senza dover per forza fare sempre di più.
È molto importante eseguire tutti questi passaggi, per il semplice motivo che bisogna essere consapevoli di se stessi, non lasciarsi trasportare dai pensieri futuri, poiché questi ci impediscono di godere del momento presente. È altamente raccomandato che ognuno di noi abbia un tempo libero per "non fare nulla", perché nessuno ha l'obbligo di fare tutto il tempo qualcosa, anzi.

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