(di Alessandra Baldini)
Maretta nel mercato miliardario
dei cataloghi musicali: Barry Manilow ha portato in corte
Hipgnosis, che quattro anni fa aveva acquistato i diritti sulla
sua musica, per ottenere 1,5 milioni di dollari promessi come
bonus e mai arrivati a destinazione.
L'azione legale, di cui Variety ha ottenuto visione, è stata
presentata presso la US District Court in California: Manilow,
che alle spalle ha oltre 85 milioni di album venduti worldwide,
sostiene che due bonus, ciascuno da 750mila dollari, erano stati
previsti nel contratto di vendita. Il cantante e cantautore
accusa dunque Hipgnosis di aver violato il contratto, mal
rappresentato le sue clausole e, più in generale, di averlo
truffato.
A sua volta il colosso britannico dei cataloghi musicali ha
fatto causa a Manilow in simili termini: "In discussioni con i
suoi rappresentanti abbiamo capito che ci sono divergenze su
certe clausole relative ai bonus", ha detto la società al
Financial Times.
Fondata da Merck Mercuriadis (l'ex manager di Beyoncé e Elton
John) e Nile Rodgers e venduta in luglio al gigante di Wall
Street Blackstone, Hipgnosis si è fatta largo nel mercato dei
cataloghi musicali acquistando la musica di Neil Young, Shakira,
Justin Bieber e i Red Hot Chili Peppers. Mercuriadis, che a
luglio è uscito di scena, è stato citato direttamente nella
causa per aver indotto Manilow a firmare l'intesa con la
promessa che il suo staff avrebbe attivamente cercato di
concludere accordi per la riedizioni di album e l'uso di brani
come Could It Be Magic in spot pubblicitari, film, tv e altri
media. "Hipgnosis aveva promesso di mettere a disposizione un
team che a tempo pieno si sarebbe dedicato a ottimizzare il
valore delle royalty acquistate", si legge nella denuncia.
L'azione legale identifica Manilow come "l'uomo che crea le
canzoni che fanno cantare il mondo". Ricorda che il catalogo è
stato pagato una somma iniziale di 7.500.000 dollari con due
bonus addizionali di 750mila dollari ciascuno se nell'arco di un
quadriennio il valore delle royalties fosse aumentato del 10 per
cento all'anno. Cosa che sarebbe effettivamente avvenuta secondo
i legali del cantante che adesso si aspetta di essere
ricompensato.
Lanciata nel 2018, Hipgnosis aveva guidato la "corsa all'oro"
del mercato dei cataloghi pagando fior di dollari per le
royalties di vip della musica. La società si era però
sovraesposta promettendo ai beneficiari più di quanto potesse
mantenere: così, dopo mesi di azioni al ribasso in borsa, uno
scandalo contabile e una rivolta degli azionisti, la creatura di
Mercuriadis era finita a sua volta sul mercato e acquistata da
Blackstone per 1,6 miliardi di dollari.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA