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Andre Leon Talley, tutto all'asta per due chiese nere

Andre Leon Talley, tutto all'asta per due chiese nere

Cimeli del gigante nero della moda in vendita da Christie's

NEW YORK, 17 gennaio 2023, 19:53

di Alessandra Baldini

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 Tutto all'asta per due chiese nere: cimeli e capi unici appartenuti a Andre Leon Talley saranno venduti al miglior offerente da Christie's il 15 febbraio, nel bel mezzo della prossima Fashion Week di New York.
    Un gigante (in tutti i sensi, anche fisico) della moda, protetto da Diana Vreeland e Karl Lagerfeld, Talley aprì il mondo delle passerelle a stilisti e modelle di colore.
    Tastemaker di 'Vogue' fino alla clamorosa rottura con Anna Wintour, André è morto un anno fa a 73 anni per complicazioni da Covid.



Gli incassi della vendita (febbraio è il Black History Month) saranno divisi tra la Abyssinian Baptist Church di Harlem e la Mt. Sinai Missionary Baptist Church di Durham, la città della North Carolina dove André era cresciuto: entrambe comunità religiose nere in cui Talley era stato attivo. In vista dell'asta, Christie's ha organizzato un tour transatlantico che porterà i 448 lotti in tre città, da Palm Beach a Parigi, dove Talley era di casa, a New York. La stima di Christie's di oltre 700 mila dollari è per difetto: spesso le vendite di cimeli di celebrita' superano le previsioni a causa del valore aggiunto degli oggetti.
    L'ultimo esempio sono stati gli occhiali da sole di Joan Didion, valutati poche centinaia di dollari e battuti recentemente per 27 mila. Ne seguiranno l'esempio il caffettano di broccato firmato da Dapper Don, lo stilista Black di Harlem, o il cappotto di coccodrillo verde di Prada, i bauli con le iniziali di Louis Vuitton o le scarpe da sera di Manolo su misura in pelle di rettile e seta? Non ci sono solo mantelli, guanti, copricapi regali e abiti in taglia oversize (il corpulento Andre paragonava i suoi look teatrali a una "armatura cerimoniale del '600 italiano", una corazza contro gli epiteti razzisti come quello di "Queen Kong" di cui spesso era vittima): la vendita include oggetti a cui Talley era particolarmente attaccato, come uno schizzo del 1995 di Karl Lagerfeld che lo raffigura a fianco dello stilista a cui lo legò per anni un rapporto di amore-odio. Le serigrafie di Andy Warhol dell'epoca in cui lavorava a 'Interview' dopo il primo stage al Met. Foto di Horst P. Horst, Cecil Beaton e Louise Dahl-Wolfe. Alcuni lotti sono in migliori condizioni di altri: i bicchieri di Hermes che Talley non usò mai perché non invitava a casa o la bicicletta di Hermès di bambù tenuta in magazzino al Ritz di Parigi.
    Ricordi di una vita e di una carriera cominciata nel Sud segregato: dopo la laurea a Brown in letteratura francese, il Met e 'Interview', Talley fu capo dell'ufficio di Parigi di 'Women's Wear Daily' e lì la cerchia era quella delle maison aristocratiche e di Yves Saint Laurent. La trentennale carriera a 'Vogue', cominciata negli anni '80, lo portò ai vertici della rivista ma la storia finì male per dissapori con la Wintour che lo silurò a favore di più giovani influencer dal tappeto rosso del Met. Lo stesso Talley ne raccontò la saga tre anni fa in "Trincee di Chiffon", un memoir partito da lontano: da quando, bambino a Durham nella locale biblioteca pubblica, il piccolo Andre scoprì le annate di 'Vogue' e cominciò a sognare il mondo che sarebbe diventato il suo. 
   

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