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Liliana Segre e il diario di Sarano

Liliana Segre e il diario di Sarano

La famiglia si salvò, dai quei ricordi un memoir ricco di valori

ROMA, 24 gennaio 2018, 19:13

Redazione ANSA

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La famiglia Sarano nel 1948 (da Fb di Matilde Sarano) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La famiglia Sarano nel 1948 (da Fb di Matilde Sarano) - RIPRODUZIONE RISERVATA
La famiglia Sarano nel 1948 (da Fb di Matilde Sarano) - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Come faccio io a immaginare i giusti di quel tempo in cui io a tredici anni ho conosciuto solo gli ingiusti?": la senatrice a vita Liliana Segre, 87 anni, conosce bene Alfredo Sarano, le cui memorie inedite, custodite dalle figlie Matilde, Vittoria e Miriam per oltre 70 anni, sono pubblicate in Siamo Qui Siamo Vivi, con la sua prefazione, da edizioni San Paolo per il Giorno della Memoria. La Segre, milanese, internata ad Auschwitz, fu tra gli appena 25 bambini sopravvissuti. Tornata nella sua città, ritrovò Sarano nella sede di Via Unione, "ad organizzare, confortare tutte quelle persone che cercano affannosamente i loro congiunti scomparsi nel nulla del feroce genocidio. Io ero là per giorni e giorni al mio ritorno miracoloso, davo notizie tragiche, toglievo speranze", scrive. A salvare i Sarano furono a Pesaro dei marchigiani cristiani che aiutarono senza nulla in cambio. E come in una favola, c'è di mezzo anche un giovane soldato cattolico della Baviera che scelse di non deportare gli ebrei.
   

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