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Lo show di Jean Paul Gaultier in Italia, 'siamo tutti mostri'

Lo show di Jean Paul Gaultier in Italia, 'siamo tutti mostri'

La storia della vita dello stilista a Milano dal 7 al 24 marzo

MILANO, 06 marzo 2024, 19:10

di Gioia Giudici

ANSACheck
Jean Paul Gaultier Fashion Freak Show - RIPRODUZIONE RISERVATA

Jean Paul Gaultier Fashion Freak Show - RIPRODUZIONE RISERVATA

Senza l'Italia, non avrebbe mai fatto lo stilista, o comunque non avrebbe avuto il successo che ha avuto: è più che una dedica l'apprezzamento di Jean Paul Gaultier per il paese dove ha trovato chi, all'inizio della sua carriera, ha creduto in lui tanto da produrlo. Creatività francese e made in Italy per l'eterno 'enfant terrible' della moda, che arriva a Milano con il suo 'Fashion Freak show', lo spettacolo con cui ha scritto una nuova pagina della sua storia, dopo l'addio alle passerelle nel 2020. Lo show, che ha debuttato alle Folies Bergere nel 2019, è in cartellone agli Arcimboldi, da domani al 24 marzo, nell'unica tappa italiana di una produzione che unisce rivista, concerto pop e sfilata di moda.
Oltre 20 i performer sul palco, dominato da un gigantesco videowall, dove scorrono le storie di guest star come l'attrice Rossy de Palma, che interpreta l'implacabile maestra del giovane Gaultier, che nutre segrete fantasie di moda, o Catherine Deneuve, che legge gli isterici nomi che Gaultier dava alle creazioni della sua favolosa sfilata di alta moda maschile dei primi anni Novanta. Autore, regista e costumista, Jean Paul Gaultier apre lo scrigno dei ricordi a partire dall'infanzia: "da ragazzino non giocavo a calcio - ha raccontato oggi, presentando lo show - ero un figlio unico abbastanza timido e passavo il tempo a sfogliare le riviste di moda". Finché non arrivò la rivelazione, sotto forma di un film, Falbalas, un film del 1945 di Jacques Becker. "L'ho visto a 13 anni e mi sono detto - ha ricordato il couturier -: 'è questo che voglio fare'". Poi, a 18 anni, "ho iniziato a lavorare con Pierre Cardin, un italiano". Un inizio che ha segnato la sua professione e non solo: "è stato piacevole lavorare con gli italiani, che hanno il senso del bello, della moda", ha chiosato il couturier, spiegando che in Francia, invece, "c'è un maggior senso di ribellione, perché ci piace la couture, ma siamo anche i ribelli che hanno tagliato la testa a re e regine". Anche lui, con la sua moda stravagante, lo ha fatto, e non a caso per il suo show ha voluto nella colonna sonora il brano 'Le freak c'est chic' "perchè non ci sono mostri - la sua lezione di oggi -, siamo tutti mostri, non esiste un solo tipo di bellezza ma molti, e la si può trovare dappertutto, se si tengono gli occhi ben aperti". Per quanto riguarda la moda, la sua esplorazione è terminata: "quando ho detto che era finita - ha sottolineato -, era finita, nessuno mi ha buttato fuori, me ne sono andato con il sorriso", lasciando il pret-a-porter e affidando la couture a un nuovo designer ogni stagione. Da questa libertà è nato lo show che, dopo Milano, sarà a Barcellona. Tra i nuovi progetti, un film di animazione sulla moda, made in Belgium, di cui JPG curerà la direzione artistica.

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