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Da Zero a Carrà, 60 anni di costumi di Mayer in mostra

Da Zero a Carrà, 60 anni di costumi di Mayer in mostra

Alla Gnam fino al 18 giugno arte e mestiere del sarto-costumista

ROMA, 12 maggio 2023, 20:55

di Patrizia Vacalebri

ANSACheck

Ursula Andress e Gabriele Mayer sul set de "Il quinto moschettiere - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ursula Andress e Gabriele Mayer sul set de "Il quinto moschettiere - RIPRODUZIONE RISERVATA
Ursula Andress e Gabriele Mayer sul set de "Il quinto moschettiere - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dai sontuosi costumi di scena indossati in tv negli anni Settanta da Renato Zero, all'abito della compianta regina italiana del piccolo schermo, Raffaella Carrà, mostrato nel suo programma-cult Pronto...Raffaella?, andato in onda su Rai1 dal 3 ottobre 1983 al 7 giugno 1985, primo show targato Rai trasmesso nella fascia di mezzogiorno. Ma anche gli iconici costumi del film Marie Antoinette di Sophia Coppola, o i costumi antropomorfi per La Centaura, omonimo spettacolo di Luca Ronconi. Fino agli abiti total black dei noti Caroselli Barilla che hanno visto Mina come interprete d'eccezione. In tutto 250 bozzetti dei costumi di scena di spettacoli teatrali e film; centinaia di campioni dei tessuti serviti per realizzarli; 150 foto di dive internazionali sul set e tanto altro, fanno parte della mostra Gabriele Mayer - La misura dell'invenzione. Arte e mestiere di un sarto costumista, a cura di Lucia Masina, ospitata dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea (GNAM), in programma fino al 18 giugno.
Un'archivio oggi digitalizzato a seguito della donazione di Gabriele Mayer alla GNAM, avvenuta nel 2020, curata sempre da Lucia Masina. "La mostra celebra il lavoro di un maestro dell'arte del costume, protagonista di un'intensa e luminosa carriera che ha spaziato per 60 anni dal cinema al teatro fino alla televisione" spiega la curatrice dell'esposizione nel corso della sua presentazione. Una carriera cominciata presto: "Avevo 19 anni - rivela infatti lo stesso Mayer commosso fino alle lacrime dalla presentazione e dall'aver ricordato la cara amica Raffaella Carrà - anche se in verità guardavo fin da bambino i miei genitori al lavoro e apprendevo senza accorgermene. Mia madre Giuseppina Matassini era una sarta, mentre mio padre Giovanni Mayer era un sarto costumista. Come mostrano i due boleri esposti, realizzati da papà uno per un film di Totò e l'altro per Gina Lollobrigida". "Ovviamente - aggiunge la curatrice - l'attenzione di tutti andrà ai costumi di scena di Renato Zero e all'unico di Raffaella Carrà che abbiamo potuto esporre, dal momento che tutti gli abiti appartenuti alla Carrà sono oggetto di un collezionismo sfrenato. Ma noi vorremmo sottolineare anche la presenza di centinaia di bozzetti e immagini d'epoca, poi il tavolo della sartoria con i campioni di tessuto e altre curiosità. Per quanto riguarda i costumi esposti ringraziamo la sartoria TheOne Costumes per averli concessi per la mostra". Come sarto Mayer è stato protagonista dagli anni Sessanta, collaborando a numerose produzioni cinematografiche, teatrali e televisive. Ripercorrere il lavoro di Mayer significa scoprire un mondo di maestranze di alta qualità, custodi di un sapere artigiano antico e prezioso, come quelle che hanno lavorato nella sartoria di cui è stato titolare e che hanno contribuito alla fortuna di attori e registi. Il suo lavoro spazia dal cinema alla tv, dal teatro alla lirica, comprendendo le collaborazioni con noti costumisti come il premio Oscar Milena Canonero, Giulio Coltellacci, Elio Costanzi, Zaira De Vincentiis, Piero Gherardi, Giulia Mafai, Vera Marzot, Odette Nicoletti, Enrico Sabbatini, Pierluigi Samaritani, Francesco Zito e tanti altri. Come costumista ha collaborato con registi come Luca Ronconi e Walter Le Moli, e per i più importanti spettacoli del Teatro Sistina. Molto intensa anche la sua attività legata ai programmi tv, dove ha vestito con Corrado Colabucci, Gabriella Pera, Enrico Rufini o Luca Sabatelli, personaggi come Raffaella Carrà, Milva, Mina, Heather Parisi, Lorella Cuccarini, il trio Solenghi, Lopez, Marchesini, Renato Zero. Ma il re dei sorcini, "E' un grande personaggio che non ammetteva deroghe alla cura della sua immagine -ricorda Mayer - l'unico che disegnava da solo i suoi abiti di scena". Sulla sua opera è stato pubblicato il libro "Gabriele Mayer. Una vita di costumi" sempre di Lucia Masina Edizioni De Luca

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