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Versatile e chic, torna l'abito chemisier

Versatile e chic, torna l'abito chemisier

Abito-camicia versatile passepartout con mille varianti

ROMA, 29 maggio 2021, 13:11

di Patrizia Vacalebri

ANSACheck

chemisier Asciari - RIPRODUZIONE RISERVATA

chemisier Asciari - RIPRODUZIONE RISERVATA
chemisier Asciari - RIPRODUZIONE RISERVATA

Per la primavera-estate 2021, torna lo chemisier, un grande classico del guardaroba femminile. Quel capo che riprende la caratteristica abbottonatura della camicia maschile, si rinnova a sorpresa nelle mille varianti suggerite dalle tendenze del momento. Le origini si fanno risalire all'epoca di Maria Antonietta, che amava oziare nei suoi momenti più intimi in candido chemisier. Ma la sua consacrazione in epoca a noi più vicina la si deve a monsieur Hubert de Givenchy, che lo lanciava tra il 1955 e il 1957, consegnando la sua iconica creazione al guardaroba della perfetta parigina. Oggi, lunghezza al polpaccio, corto, o lungo fino ai piedi, in tinta unita, stampato a pois o nei print floreali, in lino, viscosa o jersey, lo chemisier è un abito passepartout, versatile quanto basta ad adattarsi alle occasioni meno formali o più eleganti.
Ortensia, Argimusco, Ribes e Azhar sono i poetici nomi degli abiti chemisier del marchio Asciari. Quattro modelli midi e maxi tanto versatili da essere ideali look sia da giorno, sia da sera, realizzati in morbide varianti cromatiche che vanno dal bianco polveroso della pietra pomice, fino al nero grezzo della pietra lavica passando per le diverse sfumature di azzurro e blu espresse dal mare che circonda la Sicilia, luogo di origine e di produzione del marchio. Tale immaginario alchemico guida anche la strada della scelta dei tessuti e delle trame, combinando materiali molto tenui e grezzi con altri levigati e raffinati. I volumi essenziali, o leggermente accentuati come per il dress Argimusco, e le forme slanciate della collezione celebrano un'innovazione strutturale che elimina qualsiasi ornamento superfluo e cura ogni singolo dettaglio. Tutti i tessuti e materiali sono come di consueto naturali, organici e certificati, con un uso eclettico di puro cotone, cotone misto lino e seta. La produzione è completamente realizzata in Sicilia perseguendo l'eccellenza e l'attenzione sartoriale ai dettagli.
Serico lo chemisier primaverile di Luisa Spagnoli, in shantung di seta, maniche lunghe con abbottonatura fino al punto vita, taglio in vita e gonna con pieghe. Dotato di tasche inserite ai fianchi e cintura a fusciacca da annodare in vita. Lunghezza al polpaccio. La sua alternativa per l'estate è lo chemisier stampato a fiori giganti.
Romantico e leggero come una nuvola, lo chemisier di Luisa Beccaria è lungo e si tinge di tonalità pastello.
Elisabetta Franchi sceglie invece il bianco e il corto per lo chemisier con chiusura doppiopetto, bottoni in oro e cintura invita in eco-pelle, of course, visto che la stilista è un' animalista ante litteram. Infine modello kimono e fantasie cachemire per lo chemisier in seta di Michael Kors. 
Da forte_forte abiti chemisier declinati in tonalità tenui e delicate e, emanando bagliori metallici, donano un’allure speciale al look, che risulta sfavillante e al contempo raffinato.
Tornando allo chemisier di Givenchy, il suo abito-camicia, annoverava tra le sue estimatrici l'icona di stile Jackie Kennedy. Assieme alla sorella, Lee Radziwill, la quale, si vocifera, fosse la vera queen of style e che Jackie prendesse spunto da lei, fa a gara a chi possiede più abiti chemisier nell'armadio. Naturalmente i più bei chemisier dell'epoca di Givenchy si sono visti addosso alla sua musa, l'iconica Audrey Hepburn, che li indossava anche fuori dal set. Quando il fondatore lasciò la maison Givenchy subentrò John Galliano, ora direttore creativo di Maison Margiela. Ma poco tempo dopo prese il suo posto Alexander McQueen che ricoprì il ruolo di direttore artistico del brand francese fino al 2001. Gli succedette Julien MacDonald, sempre per la linea donna e quindi Riccardo Tisci nel 2005. Lo stilista italiano rimase da Givenchy per ben 12 anni, sostituito nel 2017 Clare Waight Keller, tuttora a capo della direzione creativa della maison. Tutti questi grandi nomi hanno riletto, con il loro stile personale i capi cult della maison parigina, compreso l'abito chemisier. Alcuni lo hanno reinterpretato come capo adatto al quotidiano. Altri lo hanno immaginato in pelle, in pizzo, in seta, in versioni eleganti e conturbanti. Ma nessuno ha mai osato gettare nel dimenticatoio lo chemisier, l'abito che meglio interpreta l'eleganza femminile.

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