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Moda e sostenibilità, dalle reti da pesca al grafene tutti i materiali rivoluzionari

Moda e sostenibilità, dalle reti da pesca al grafene tutti i materiali rivoluzionari

Ricerca e tecnologia, le aziende apripista dei tessuti per riciclo e riuso nel fashion

28 novembre 2020, 20:29

di A.M.

ANSACheck

La collezione Zalando, creata da otto brand europei, Closed, Designer 's Remix, Henrik Vibskov, Holzweiler, House of Dagmar, Mother of Pearl, Mykke Hofmann e Progetto Quid - RIPRODUZIONE RISERVATA

La collezione Zalando, creata da otto brand europei, Closed, Designer 's Remix, Henrik Vibskov, Holzweiler, House of Dagmar, Mother of Pearl, Mykke Hofmann e Progetto Quid - RIPRODUZIONE RISERVATA
La collezione Zalando, creata da otto brand europei, Closed, Designer 's Remix, Henrik Vibskov, Holzweiler, House of Dagmar, Mother of Pearl, Mykke Hofmann e Progetto Quid - RIPRODUZIONE RISERVATA

Biodegradabili, intelligenti e ultra performanti: dall’utilizzo del mais alla plastica riciclata, agli inserti in fibra ottica, fino ai sensori e al grafene. E poi tessuti antibatterici, auto-pulenti, profumati, rilassanti, che rilevano parametri di salute, termoregolatori, che cambiano colore, functional fashion. Sono i nuovi materiali che stanno rivoluzionando la materia con cui è fatta la moda e sono orientati sempre di più sulla sostenibilità, aiutando anche la riconversione dei settori a più forte impatto ambientale. E' una nuova frontiera ma anche una specie di prima linea, un'avanguardia che ci porterà nel futuro grazie alla ricerca avanzata combinata con la tecnologia. Non è 'solo' qualcosa da laboratorio, gli effetti ci sono già persino nel fast fashion dove di recente si sono moltiplicate le collezioni, magari ancora limitate, che puntano sui materiali sostenibili, il ri-uso e il riciclo (da H&M a Uniqlo, dalla collaborazione tra The Prince’s Foundation del Principe Carlo e Yoox Net-a-porter, dalla collaborazione Ecoalf-Desigual mixando capi già esistenti). Anche gli stilisti ne sono convinti. Ha detto Filippo Bruno di Tornaforte, head design Karl Lagerfeld denim, intervenendo alla quarta puntata di Facing the Challenge, il podcast in 9 puntate, disponibile su tutte le piattaforme e sul sito di Fiscatech: "Non potrò mai dimenticare quel che mi disse Karl fin dalla prima stagione che lavorai con lui alla collezione denim. Lagerfeld mi disse: punta sulla sostenibilità, solo cosi' il nostro prodotto avrà un vero valore, non voglio sprechi, non voglio colori chimici, voglio un prodotto sostenibile".
Vittorio Pellegrini, co-founder e Chief Innovation Officer e co-founder di BeDimensional, lo spin off dell'Istituto Italiano di Tecnologia oggi parte del Gruppo Pellan Italia afferma che "Guardiamo per lo più alla sostenibilità nella moda prendendo in considerazione il solo fattore prodotto. Ma sono due gli aspetti fondamentali che definiscono e rendono la moda sostenibile: quello visibile dei materiali che costituiscono appunto il prodotto di moda, e quello invisibile del processo, che porta alla creazione di quei materiali di cui è fatto un prodotto". Un materiale promettente sembra essere il grafene, "questo foglio bidimensionale, composto da atomi di carbonio, ha un incredibile numero di proprietà. Nella moda ad esempio puo' essere utilizzato per creare tessuti intelligenti, che regolano la temperatura corporea, che leggono i nostri parametri vitali (attraverso recettori attivati dalla presenza del grafene, che e' anche uno straordinario conduttore elettrico), rendendoli indistruttibili (l'aggiunta di grafene rende i tessuti iper resistenti) e quindi molto duraturi e assolutamente sostenibili". C'è poi il caso del mais. Racconta Marco Musuruana Chief Technology Officer e Direttore dello stabilimento Fiscatech di Vigevano: "Noi abbiamo cominciato sei anni fa a pensare di realizzare un prodotto che fosse sostenibile quindi basato sull'uso di materie prime da fonte rinnovabile, nel nostro caso il mais realizzato con processi sostenibili quindi: no all'uso di solventi, no al consumo d'acqua, basso impatto energetico. Una strada tutta in salita. Non c'era nulla di pronto: non impianti, non materie prime a disposizione. Abbiamo dovuto realizzare partnership con aziende italiane proprio perché in questo caso il km 0 era fondamentale. Abbiamo impiegato 2 anni a sviluppare Rinnova ( un prodotto che offre ottime performance meccaniche che lo rendono ideale per la pelletteria e calzatura di alta fascia, così come per ogni progetto di moda “vegan”) e successivamente a lavorare alle aspettative del mondo del fashion che vuole prodotti morbidi, leggeri. Abbiamo allora sviluppato che prevede sempre l'utilizzo della materia prima mais ma ha una declinazione decisamente più soffice. Raggiunto questo buon risultato ci siamo però anche detti:"Manca una connotazione di riciclabilità, ci manca un prodotto cheaggiunga un tassello al nostrio puzzle della sostenibilità ed è nato così Circular che parte da fibre di poliestere da riciclo post-consumer, ottenute dal recupero di bottiglie di PET e garantite dal percorso di tracciabilità Global Recycle Standard. Infine abbiamo pensato di unire i 2 prodotti per aderire alla filiera corta e a sistemi di produzione non impattanti e da lì è nato Ultrawear che prende la tecnolgia Ultra e la parte circular di recupero dei tessuti".
I processi industriali oggi viaggiano ad una velocità supersonica. E per stare al passo con questi ancor oggi l'industria è obbligata a forti compromessi quali quello di aumentare la produzione di rifiuti o rinunciare a parte della qualità dei prodotti. Ma oggi è sempre più evidente che queste strade non sono più percorribili. Aquafil (il cui Ceo Giulio Bonazzi è intervenuto nella seconda puntata di Face the challenge) che partecipa all'Alleanza dell'Economia circolare (un'associazione che unisce 18 grandi imprese italiane che credono fortemente che l’economia circolare sia una priorità assoluta di azione e per questo sentono la responsabilità di guidare il cambiamento con un approccio coordinato e concreto) recupera il nylon dalle reti da pesca per rigenerare nuovo nylon: Econyl, utilizzato da Prada e da Mercedes nel settore automotive. Radici Group invece realizza prodotti a ridotto impatto ambientale impiegando materie prime riciclate: materiali che, in ottica di economia circolare, trovano una seconda vita dopo un processo di riciclo meccanico e si trasformano in polimeri ad elevate prestazioni. In particolare poi produce un’ampia gamma di filati di poliestere – anche da PET riciclato certificato sia pre-consumo che post consumo. Tessuti di lycra utlizzati per i costumi da bagno (Speedo) , le maglie dei calciatori (Atalanta). 

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