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Alessandro Michele, io ex 'Mister Nessuno da Gucci'

Alessandro Michele, io ex 'Mister Nessuno da Gucci'

Capi 'senza genere' e no all'obsoleto total look. 42 anni, romano, succede alla Giannini. Il passato è uno strascico, mi arrendo all'idea di un presente meraviglioso

25 febbraio 2015, 18:40

Redazione ANSA

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Milan Fashion Week: Gucci - RIPRODUZIONE RISERVATA

Milan Fashion Week: Gucci - RIPRODUZIONE RISERVATA
Milan Fashion Week: Gucci - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Roberta Filippini)

(ANSA) - MILANO  Il primo giorno di sfilate milanesi è anche quello dell'esordio ufficiale di un ex Mister Nessuno da Gucci: è lui stesso, Alessandro Michele, a definirsi così, scherzandoci sopra, con un sorriso molto romano e piacevole tra barba, baffi e capelli lunghi, collanine piene di ciondoli sul maglione hippy chic.

Il nuovo direttore creativo di tutte le linee Gucci ha 42 anni, ha fatto il liceo artistico e l'Accademia di Moda e Costume di Roma, voleva diventare costumista, ma poi la necessità di guadagnare subito lo ha portato a Bologna da Les Copains, una grande esperienza, dice lui. Poi è entrato da Fendi, a fare accessori con Silvia e Carla che definisce "irresistibile", quindi da Gucci nel 2002, chiamato da Tom Ford, e di seguito braccio destro di Frida Giannini: con lei aveva un bel rapporto ma adesso - ammette - è ovviamente cambiato, dopo che ha preso il suo posto. Alessandro potrebbe interpretare la parte di Cristo in un film, aria serena compresa.

Sa di essere sostenuto dal nuovo amministratore delegato Marco Bizzarri ("un grande appassionato di moda") e da tutto l'ufficio stile, lo si è visto con la sfilata uomo a gennaio quando è stato sospinto in passerella e festeggiato: perché in fondo è stata quella collezione, fatta in una sola settimana (dopo aver buttato via quello che aveva disegnato Frida) a siglare anche se non ufficialmente il suo debutto, per giunta niente affatto sottotono. Quei capi senza genere, un po' uomo e un po' donna, con jabot e fiocchi, aria ambigua ma moderna, hanno molto colpito e fatto discutere. "Ho letto commenti che mi hanno lusingato. Non volevo provocare, era il mio punto di vista, quello di una eccentricità rilassata. Credo che la gente debba essere libera di esprimersi, per strada c'è già tutto questo, a me piace osservarlo, starei sempre al bar a guardare quelli che passano". Ora che esordisce con la prima vera e pensata collezione, quella femminile, non si sente sotto osservazione "o meglio faccio finta, ieri per esempio non ho dormito, ma è tutto gestibile" dice con calma.

Qual è il suo punto di vista su Gucci, rispetterà il Dna del marchio? "Qui ci sono simboli fortissimi, la storia del brand invade sempre il nuovo, c'è un immaginario che inevitabilmente ti rapisce, ma i codici esistono per essere trasformati. Il passato ha tanti sospiri di contemporaneità che vanno letti: a me per esempio piace il Rinascimento proprio per quell'utilizzo del passato, dei decori della Domus Aurea. Mi piacciono le sfasature temporali. Il passato è uno strascico, il futuro per me non esiste e mi arrendo all'idea molto romantica di un presente meraviglioso".

Alessandro si definisce un "tecnoleso", appassionato di tecnologie digitali che non domina ma che usa per curiosare dappertutto, un uomo "pazzo della vita" che ha ricevuto con questa direzione creativa di Gucci "un grandissimo regalo: ho lavorato tanto con Frida - spiega - ma i professionisti sono camaleonti e ora lavoro a modo mio tra musica e disordine, cambio spesso idea, non amo la parola definitiva". Almeno stavolta comunque il mood della donna riprenderà quello dell'uomo, in una maniera quasi interscambiabile e nella forma di una "trasposizione poetica della strada" con l'invito "a vestire piccole reliquie", quasi delle fissazioni, rifuggendo "dall'obsoleto total look". Da ormai un mese è il suo momento, è protetto e coccolato: dopo la sfilata dell'uomo gli hanno organizzato un party a sorpresa e un amico si è vestito come lui, aiutato da parrucca, barba e maglione. Alessandro, che non si aspettava la festa, ha visto quello strano personaggio nella penombra e non ha capito: poi si è riconosciuto e ha riso all'idea di essersi presentato in scena con un vecchio maglione irlandese comprato a Parigi. 

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