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In evidenza
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In collaborazione con Università Telematica Internazionale Uninettuno
Un percorso accademico breve dedicato
ai professionisti dei media sulle tematiche del cambiamento
climatico, gratuito per i giornalisti. L'università Telematica
Internazionale Uninettuno ha presentato con un workshop nella
sede Spazio Europa David Sassoli, a Roma, la nuova edizione 2024
di Reporting Climate Change - Microcredential for International
Journalists realizzata in partnership con la Copeam - Conferenza
Permanente dell'Audiovisivo del Mediterraneo e il supporto del
Ministero dell'Università e della Ricerca. Il corso è stato
presentato, per la prima volta, l'8 dicembre scorso alla Cop28
di Dubai. Il progetto a partire da questa edizione 2024
rilascerà crediti universitari "ai giornalisti dell'audiovisivo
per rafforzare le loro capacità di informare sul cambiamento
climatico". Con Reporting climate change, inoltre, "gli
operatori dei media pubblici dell'area del Mediterraneo
allargato, compresi Medio Oriente e Nord Africa" possono
"accedere a un percorso formativo accademico internazionale" che
ha il fine "di certificare le loro competenze professionali
sulle tematiche del riscaldamento globale attraverso lezioni
mirate". "Per cambiamento climatico e sostenibilità urge una
narrazione più consapevole e specializzata", viene sottolineato.
Le lezioni - incentrate su temi come sostenibilità, efficienza
energetica, comunicazione sulle questioni legate al cambiamento
climatico - sono in modalità e-learning in lingua inglese, arabo
e francese e da quest'anno anche in italiano. Nella sua prima
edizione del 2021, realizzata in collaborazione con Bei, il
progetto formativo ha coinvolto oltre 60 giornalisti provenienti
da Bulgaria, Romania, Kosovo, Slovenia, Serbia, Grecia e Croazia
per l'area balcanica; Marocco, Egitto, Giordania, Tunisia,
Algeria, Libano, Palestina per l'area mediorientale e
nordafricana, Kenya, Uganda e Camerun per l'area subsahariana.
"È un progetto che si lega a quella che è la mission Uninettuno
che da sempre ha cercato di rispondere al bisogno formativo di
una umanità completamente cambiata. Che non solo ha problemi che
riguardano l'ambiente ma anche quelli che internet ci pone: le
fake news e le fake conoscenze. Come università non possiamo
stare zitti, i contenuti sulla nostra rete hanno nome, cognome e
pubblicazioni". A dirlo nel corso del suo intervento è la
rettrice di Uninettuno, Maria Amata Marito. "L'informazione
sulle problematiche ambientali le danno i giornalisti - prosegue
- dobbiamo creare un sistema di informazione che venga garantito
per la qualità della formazione che viene data ai giornalisti".
Secondo l'europarlamentare Beatrice Covassi intervenuta, tra gli
altri, al workshop, "l'informazione e la narrazione mediatica
sono cambiate negli ultimi anni". "Ora - sottolinea - ha preso
piede una narrazione dicotomica o a favore dell'ambiente oppure
si parla di ecofollie". Ed è per questo che "serve una
narrazione più equilibrata dove l'informazione gioca un ruolo
cruciale".
Di formazione parla poi il presidente Esgr, Francesco Rutelli.
Questa è necessaria "per chi fa informazione, per le imprese,
verso i Paesi a noi vicini dove l'interscambio umano è prezioso,
per i nuovi lavori tecnologici, per la manutenzione del nostro
patrimonio comune". Per l'ex sindaco di Roma "su questo si fa la
differenza ed è dove il tema della sostenibilità atterra anziché
rimanere sottoterra".
"La sfida è creare una narrazione seria approfondita e non
episodica e deontologicamente rigorosa. L'obiettivo può essere
raggiunto dando ai giornalisti le opportunità di studio e
intensificando il dialogo tra media e comunità scientifica". A
dirlo nel corso del suo intervento è il segretario generale
Copeam, Claudio Cappon. "Il giornalismo deve attingere a una
comunicazione competente e professionale - prosegue - ma deve
attingere a ogni linguaggio che può rendere più efficace il
messaggio".
In collaborazione con Università Telematica Internazionale Uninettuno
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