(di Melania Di Giacomo) Meno reati e
meno detenuti, 375 secondo gli ultimi dati disponibili: "segno
che la giustizia minorile funziona". Anche se preoccupa
l'aumento negli ultimi 5 anni dei minori segnalati dalle forze
dell'ordine all'autorità giudiziaria per associazione di tipo
mafioso: erano 49 nel 2014, e 95 nel 2018 (+93,8%). E' quanto
emerge dal rapporto sugli Istituti penali per minorenni
dell'associazione Antigone, intitolato quest'anno 'Guarire i
ciliegi', in omaggio alla canzone 'Un medico' di Fabrizio De
André. Si tratta di un dato che stride con il calo generale
degli altri reati: fra il 2014 e il 2018 le segnalazioni sono
diminuite dell'8,3%, passando da oltre 33.300 a 30.600. Calano
gli omicidi (-46,6%), i sequestri di persona (-17,2%) e i furti
(-14,03%). L'Italia, poi, ricorre alla detenzione dei minorenni
in maniera residuale, perché "compito del sistema della
giustizia minorile", spiega Susanna Marietti, coordinatrice di
Antigone e curatrice del rapporto, "è promuovere ogni
possibilità futura, facendo sì che il giovane percepisca di
avere davanti a sé tutte le alternative di vita". Al 15 gennaio
di quest'anno i detenuti sono 375, distribuiti in 17 istituti,
da Caltanissetta a Treviso, in calo rispetto al 2017, quando
erano 452. In quello stesso anno in Francia e Germania ne
ospitavano 794, nel Regno Unito 895. "Numeri bassi che sono una
buona notizia e che si accompagnano ad una diminuzione anche dei
numeri della criminalità minorile", come evidenzia il presidente
di Antigone, Patrizio Gonnella. L'istituto con più presenze è
quello di Nisida, con 45 detenuti al 15 gennaio, mentre alla
stessa data a Caltanissetta ce n'erano solo 3. Le ragazze sono
23, 12 delle quali a Pontremoli, nell'unico interamente
femminile. La permanenza è generalmente breve: in media 102
giorni nel 2019. Il 72% dei ragazzi entrati era in custodia
cautelare. Il 70% dei delitti è commesso da italiani, che però
rappresentano il 57,1% dei detenuti. I reati contro la persona,
generalmente più gravi, riguardano solo il 17%. Il 62% ha
commesso reati contro il patrimonio. Questo perché, sottolinea
Antigone, l'istituto penale minorile, "funziona non come
sanzione proporzionata alla gravità del fatto commesso, ma come
strumento che l'autorità giudiziaria usa per incidere sul
percorso trattamentale di ciascuno". A fronte di questo scarso
ricorso alla detenzione, un ruolo rilevante è dato alle comunità
di accoglienza, dove sono inseriti 1.104 ragazzi provenienti
dall'area penale. La loro presenza è quasi raddoppiata negli
ultimi 10 anni.
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