"Vogliamo che scuole ed atenei siano
presidi antifascisti, presidi di democrazia, presidi di diritti.
Per questo ci appelliamo ai luoghi della nostra formazione:
perché non concedano i propri spazi a chi non dichiari di
aderire ai valori democratici, antifascisti e costituzionali;
perché non concedano fondi, spazio politico e visibilità a
realtà che agiscono al di fuori di quel dettato costituzionale.
Vogliamo scuole ed atenei che siano presidi antifascisti,
presidi di inclusività, presidi di uguaglianza, dove si
costruisca un'educazione profonda contro l'oppressione
patriarcale. Vogliamo scuole ed atenei in cui l'approvazione
della carriera alias sia un punto di partenza per costruire
un'istruzione fondata sulla pluralità, e sul riconoscimento di
pari e differenti identità - di genere, sessuali e relazionali.
Vogliamo scuole ed atenei che facciano propria una didattica
fondata sul confronto, che stimoli lo sviluppo della coscienza
critica e la formazione dello studente come cittadino. L'alto
tasso di astensionismo delle elezioni più recenti non può che
allarmare: per questo vogliamo scuole ed atenei che coinvolgano
profondamente noi studenti nel processo e nella cultura della
democrazia". E' una lettera forte quella che la Rete degli
studenti medi e l'Unione degli universitari (Udu) indirizza ai
ministri dell'Istruzione Giuseppe Valditara e dell'Università
Anna Maria Bernini e alla premier Giorgia Meloni in occasione
del prossimo 25 aprile. "Oggi, nelle nostre scuole e nelle
nostre università, di antifascismo si parla poco", lamentano i
ragazzi, che ricordano le violenze avvenute negli ultimi tempi
davanti ad alcune scuole italiane.
"Non si possono ignorare le vostre gravi ambiguità proprio
quando, sulla violenza fascista e neofascista, sarebbe stata
necessaria una parola chiara. Perché siete voi, dagli scranni
del Governo, a portare avanti una rimozione sistematica della
matrice fascista dietro alla violenza di ieri e di oggi. Le sue
dichiarazioni, ministro Valditara, sulla lettera della preside
Savino, e le sue, presidente Meloni, sulla strage delle Fosse
Ardeatine, ma anche quelle del Presidente La Russa
sull'attentato di Via Rasella, non sono un caso. Non sono
imprecisioni, gaffe o "sgrammaticature". Sono parole che
rispondono ad uno schema politico chiaro, che tenta di
cancellare le responsabilità del fascismo dalle stragi di ieri e
dallo squadrismo di oggi. Noi sappiamo che, se oggi tentate di
cancellare dalla nostra Storia il conflitto tra fascismo ed
antifascismo, non lo fate perché avete le idee confuse: ma
perché sapete benissimo da che parte stavate, state e starete
sempre. È anche per questo che negli ultimi mesi le
organizzazioni neofasciste hanno rialzato la testa", concludono
gli studenti.
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