La trasformazione digitale si
diffonde nelle scuole di agraria italiane: negli ultimi tre anni
più della metà degli istituti ha avviato iniziative per
l'acquisizione di competenze digitali, prevedendo anche la
realizzazione di progetti concreti legati al comparto agricolo.
E' quanto emerge da un'indagine sull'impatto della
digitalizzazione nel comparto agrifood, condotta dal centro di
ricerca, Digital transformation istitute, in collaborazione con
l'Istituto di istruzione superiore Ciuffelli-Einaudi di Todi (la
scuola di agricoltura più antica d'Italia) e con la Rete
Nazionale degli Istituti Agrari (Re.N.Is A.).
Secondo la ricerca, condotta su circa 46 istituti di agraria
italiani, l'84% delle iniziative di digital transformation sono
state inserite nel piano d'offerta formativa (Pof) e nel
programma di alternanza scuola-lavoro. Mentre, tra gli istituti
che non hanno attivato iniziative, il 62% non ha le capacità
economiche. La quasi totalità degli intervistati rititene
importante investitre in tecnologie per il miglioramento della
produzione o della gestione di un'azienda agricola e per l'87%
la mancanza di competenze non permette di cogliere le
opportunità offerte dal digitale per il settore. Ecco dunque che
per 8 istituti su dieci l'acquisizione delle competenze
digitali, e la loro applicazione in progetti specifici, deve
essere un obiettivo formativo. Questo però -secondo il 97%-
dovrebbe essere supportato da indicazioni nazionali da parte del
ministero dell'Istruzione. Il 98% degli istituti crede poi nel
coinvolgimento di altri soggetti esterni al mondo della scuola.
"Le tecnologie informatiche impattano profondamente sul
futuro del comparto agroalimentare", ma "non tutte le aziende
sono pronte", sostiene il presidente del Digital transformation
institute, Stefano Epifani, aggiungendo che "la buona parte
degli istituti che si occupano della formazione dei futuri
specialisti del settore ne sono consapevoli. E' importante che
le aziende agroalimentari di dimensione più piccola, quindi la
maggior parte nel nostro Paese, attualmente totalmente
impreparate al cambiamento, possano attrezzarsi come i grandi
attori, capitalizzando su coloro che adeguatamente formati
entreranno nel mondo del lavoro tra qualche anno".
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