Questa mattina, studenti e
studentesse hanno esposto, nelle scuole e nelle università di
tutto il Paese, cartelloni e striscioni in difesa della libertà
di informazione.
La Rete degli Studenti Medi e l'Unione degli Universitari
denunciano "la grave repressione che il Governo sta tentando di
mettere in campo nei confronti dell'informazione.
Dall'introduzione di pene detentive per il reato di diffamazione
all'eliminazione della par condicio nei dibattiti Rai fino alla
trasmissione dei comizi sui canali del servizio pubblico senza
contraddittorio. Sono solo alcuni degli emendamenti proposti dai
partiti di governo per controllare, impaurire e censurare la
libertà dei giornalisti. Un quadro inquietante, che si inserisce
in una situazione già critica, in cui il governo ha il controllo
totale sui dirigenti Rai".
"Non possiamo accettare bavagli alla libertà di informazione
- dice Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete
degli Studenti Medi - si tratta di un attacco alla democrazia
del Paese: controllare l'informazione significa colpire la
cultura, lo sviluppo di una coscienza critica e la possibilità
di proporre visioni alternative alla propaganda di Governo.
Tutto questo è di una gravità inaudita, che necessita di una
risposta da tutta la popolazione. Oggi diciamo ai giornalisti
delle testate e del servizio pubblico che le studentesse e gli
studenti di tutto il Paese sono al loro fianco in questa
battaglia".
"In questa giornata di mobilitazione - afferma Camilla
Piredda, Coordinatrice Nazionale dell'Udu - denunciamo il
tentativo del Governo di limitare e controllare l'informazione.
Prima abbiamo visto la repressione delle manifestazioni
studentesche, ora questo attacco alla libertà di stampa. È
evidente come il Governo sia allergico al dissenso, come emerge
anche dalle posizioni assunte in questi giorni dalla Ministra
Bernini, la quale sembra invocare misure securitarie contro le
proteste nelle università. Siamo molto preoccupati, perché le
azioni della maggioranza non rappresentano soltanto una minaccia
contro i giornalisti, ma attaccano direttamente il diritto di
manifestare la propria opinione e il diritto di avere
un'informazione corretta e indipendente. Chiediamo che vengano
ritirati gli emendamenti e che il Governo si faccia garante di
un dibattito aperto e plurale, in Rai, nelle Università e nelle
piazze del Paese".
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