Uno studente su 5 ricorre a
ripetizioni private, in calo rispetto allo scorso anno quando
era 1 alunno su 4. È la fotografia scattata dall'Osservatorio
Ripetizioni private di Ripetizioni.it attraverso le
testimonianze di un campione di 6.000 alunni di scuole
secondarie di primo grado e superiori. Alle scuole medie, i
ragazzi che vanno a ripetizioni scendono dal 15% al 10%. Anche
alle superiori la percentuale è in discesa: dal 29% si è passati
al 24%.
Tuttavia, cresce il budget da destinare al recupero delle
lacune: se il prezzo medio orario rimane stabile, intorno ai 18
euro per le superiori e ai 15 euro per le medie, aumenta il
budget investito dalle famiglie. L'Osservatorio stima il costo
medio complessivo per alunno in 441,50 euro, contro i 401
registrati l'anno scorso: una crescita del 10%. Una spesa che
non risparmia anche gli alunni senza insufficienza in pagella.
Nel dettaglio, alle scuole superiori la spesa media sale a
447,50 euro, a fronte dei 407 di dodici mesi fa. Alle medie,
invece, nonostante i prezzi orari leggermente inferiori, si è
passati da una media di 327,50 euro per studente, secondo la
rilevazione del 2023, a una di 406 euro: quasi il 25% in più.
Tra le motivazioni che portano gli studenti ad andare a
ripetizioni, il 21% dà la colpa alla scarsa voglia di studiare.
Per tutti gli altri le cause sono diverse: "dalla mancanza di
basi che rendono impossibile il recupero, ai docenti poco
efficaci o poco presenti per via del precariato che costringe al
ricorso a stuoli di supplenti. Non manca chi accusa la pandemia,
i cui strascichi sembrano comunque attenuarsi di anno in anno".
Infatti, quest'anno ha fatto ricorso alle ripetizioni "solo" 1
studente su 5, rispetto all'1 su 4 di un anno fa.
Un dato però non cambia, la classifica delle materie per le
quali si ricorre di più a un supporto "esterno" alla scuola. Tra
chi fa abitualmente ripetizioni, in 6 casi su 10 - alle medie
come alle superiori - nel programma di recupero c'è la
Matematica. Poi le strade si separano in base al livello di
studi: per i ragazzi più piccoli troviamo le Lingue straniere
(30%) e l'Italiano (27%); per i grandi Latino e/o Greco (32%) e
le Scienze (25%).
Poi c'è il sommerso, quei ragazzi con lacune profonde che,
per ragioni economiche o di reperibilità di docenti privati, si
affidano all'aiuto gratuito di amici e parenti: sono circa il
15%, in calo rispetto al 2023, quando superavano il 20%. Tra
ripetizioni private a pagamento e supporti pro bono, il 34%
degli studenti ha avuto bisogno di una mano nello studio; contro
il 45% registrato un anno fa. Le scuole che hanno attivato corsi
di recupero hanno contribuito a questo risultato. Molto spesso,
questi corsi sono stati erogati agli studenti insufficienti sia
alle medie (39%) che alle superiori (71%), anche se la metà
della platea interessata ha deciso di non frequentarli. Quando
non ci sono i corsi scolastici - tra quanti hanno almeno una
insufficienza in pagella, 1 studente su 4 ne rimane sprovvisto -
il dato di coloro costretti ad andare a ripetizioni private
torna a gravitare oltre il 30%.
"Sebbene gli effetti della pandemia sugli apprendimenti degli
studenti si stiano attenuando, riducendo il ricorso alle
ripetizioni private, dopo il boom post 2020, sono ancora troppi
gli alunni che si affidano al supporto di qualcuno: 1 studente
delle scuole secondarie su 3 non è in grado di svolgere in
autonomia lo studio individuale. E quando l'aiuto non arriva
gratis, la spesa delle famiglie cresce rispetto al passato,
toccando una quota media annuale di 450 euro: un fardello che
potrebbe essere anche il frutto di lezioni inefficaci,
dispersive, svolte da docenti non sempre preparati o magari
supplenti che si alternano senza soluzione di continuità a causa
del precariato. Questo almeno è quanto lamentano gli studenti
che, inoltre, spesso trovano i corsi di recupero offerti dalle
scuole poco utili, al punto da snobbarli. O, peggio ancora,
nemmeno gli vengono offerti". Commenta così i dati founder e
Chief of Marketing & Business Development di Ripetizioni.it.,
Marco Sbardella.
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