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Mafiosi ai domiciliari,illegittimo stop pensione sociale

Mafiosi ai domiciliari,illegittimo stop pensione sociale

Consulta, anche a loro vanno assicurati i mezzi per vivere

ROMA, 03 luglio 2021, 17:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Anche ai mafiosi e ai terroristi indigenti vanno assicurati i mezzi per vivere. E quindi a quelli di loro che scontano la pena fuori dal carcere non si può cancellare il trattamento assistenziale di cui godono, fondato sul bisogno, e senza il quale resterebbero privi dei mezzi di sussistenza. Perchè è irragionevole che lo Stato valuti una persona meritevole di misure alternative alla detenzione e poi lo privi dei mezzi per mangiare, quando questi sono ottenibili solo dalle prestazioni assistenziali. E il diritto all'assistenza per chi è in stato di bisogno, "deve essere comunque garantito a ciascun individuo, pur se colpevole di determinati reati". La Corte costituzionale depenna così dalla legge 92 del 2012 sulla riforma del mercato del lavoro due norme: quella che prevede che per una serie di gravi reati, a partire da quelli di associazione terroristica e mafiosa, il giudice nel pronunciare la condanna applichi anche la sanzione accessoria della revoca di prestazioni assistenziali, cioè l'indennità di disoccupazione, l'assegno sociale, la pensione sociale e la pensione per gli invalidi civili.E quella che stabilisce che la revoca , con effetto non retroattivo,sia disposta dall'ente erogatore nei confronti dei soggetti già condannati con sentenza divenuta definitiva all'entrata in vigore della legge. A dubitare della legittimità di queste norme erano stati i tribunali di Fero e di Roma. E la Consulta - con la sentenza n 137, di cui è relatore il vicepresidente Giuliano Amato-ha stabilito che le disposizioni portate alla sua attenzione sono in contrasto con due articoli della Costituzione: il 3, che sancisce il principio di uguaglianza e di ragionevolezza e il 38 che prevede che ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale e che dunque pone a carico dello Stato e della collettività un dovere di solidarietà , che si concretizza in specifiche misure di assistenza economica,. Secondo i giudici costituzionali lo Stato può modulare la disciplina delle misure assistenziali, ma "non può pregiudicare quelle prestazioni che si configurano come misure di sostegno indispensabili per una vita dignitosa". E se è vero che i condannati per mafia e terrorismo "hanno gravemente violato il patto di solidarietà sociale che è alla base della convivenza civile", è questa stessa convivenza civile a richiedere che a loro "siano comunque assicurati i mezzi necessari per vivere". Contro la decisione i testimoni di giustizia Pino Masciari e Piera Aiello. "Non condivido la decisione presa ieri dalla Consulta che ha dichiarato incostituzionale la norma che impediva di concedere ai mafiosi il trattamento pensionistico assistenziale", dice Masciari "Comprendo la necessità di garantire a tutti la possibilità di potersi mantenere vivendo fuori dal carcere, valutando le applicazioni della norma caso per caso. Ma dichiararla illegittima - continua Masciari - nonostante altri tribunali si fossero espressi in modo diverso, significa non capire che i cittadini hanno bisogno di fiducia e di sicurezza. E permettere di garantire trattamenti economici a mafiosi e terroristi che hanno inflitto al Paese piaghe difficili da guarire ancora oggi tradisce ancora una volta il senso dello Stato e della collettività che un Paese deve garantire ai cittadini".
    "Inoltre - conclude Masciari - a fronte di questa decisione mi chiedo cosa invece si pensi di fare per i tanti testimoni di giustizia e collaboratori che hanno scelto di denunciare, mettendo in pericolo la vita propria e dei propri cari, e che hanno perso tutto senza ricevere nulla in cambio del loro sacrificio. Collaboratori e testimoni che vedono nel tempo diminuire i livelli di protezione e garanzia, come è successo a me, e che hanno dovuto abbandonare per sempre le proprie terre e i propri affetti". Aiello si dice indignata per la decisione presa ieri dalla Consulta che ha dichiarato incostituzionale la norma che impediva di concedere ai mafiosi il trattamento pensionistico assistenziale. "Certamente si può chiedere di valutare l'applicazione della norma caso per caso, ma dichiararla illegittima significa ancora una volta tradire la fiducia dei cittadini. Mi chiedo 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐥𝐨 𝐒𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐬𝐢 𝐝𝐢𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐢̀ 𝐭𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐚 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐝𝐢𝐟𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐢 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐦𝐢𝐧𝐚𝐥𝐢, ma abbandona al proprio destino i tanti testimoni di giustizia e collaboratori che hanno scelto di denunciare e che hanno perso tutti senza ricevere nulla in cambio del loro sacrificio. Forse sarebbe meglio occuparsi dei tanti 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐢 𝐨𝐧𝐞𝐬𝐭𝐢".
   

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