Un popolo variegato di associazioni,
cooperative sociali, del mondo del volontariato dalla Lombardia
alla Sicilia protagonisti della trasformazione da beni in mano
alle mafie a beni comuni e condivisi. In occasione
dell'anniversario della legge n. 109/96 per il riutilizzo
pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie, Libera ha
censito le esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati.
Sono 991 soggetti diversi impegnati nella gestione di beni
immobili confiscati alla criminalità organizzata, ottenuti in
concessione dagli Enti locali, in ben 18 regioni, in 359 comuni.
Più della metà delle realtà sociali è costituita da associazioni
di diversa tipologia (525) mentre le cooperative sociali sono
217 (con 5 cooperative dei lavoratori delle aziende confiscate e
26 consorzi di cooperative). Tra gli altri soggetti gestori del
terzo settore, ci sono 13 associazioni sportive
dilettantistiche, 30 enti pubblici (tra cui aziende sanitarie,
enti parco e consorzi di Comuni che offrono dei servizi di
welfare sussidiario dati in gestione a soggetti del terzo
settore), 40 associazioni temporanee di scopo o reti di
associazioni, 59 realtà del mondo religioso (diocesi, parrocchie
e Caritas), 31 fondazioni private e di comunità, 17 gruppi dello
scautismo e infine 30 istituti scolastici di diverso ordine e
grado. La regione con il maggior numero di realtà sociali che
gestiscono beni confiscati alle mafie è la Sicilia con 267
soggetti gestori, segue la Campania 162, la Calabria con 148, la
Lombardia con 141.
Nella ricerca Libera ha ricostruito la tipologia di
immobili gestiti dai soggetti gestori; in molti casi la singola
esperienza di riutilizzo comprende più beni confiscati, anche di
tipologia catastale diversa. Il 40% riguarda appartamenti,
abitazioni indipendenti, immobili; il 18% ville, fabbricati su
più livelli e di varia tipologia catastale, palazzine; il 19%
terreni agricoli, edificabili e di altra tipologia (anche con
pertinenze immobiliari); il 10% locali commerciali o
industriali, capannoni, magazzini, locali di deposito, negozio,
bottega, uffici. Inoltre il 57% dei soggetti gestori svolgono
attività che sono direttamente legate a servizi di welfare per
la comunità; il 27% si occupano di promozione del sapere, del
turismo sostenibile e della cultura e il 10% sono nel mondo
dell'agricoltura. Ottantotto soggetti gestori hanno scelto di
intitolare la loro esperienza a una vittima innocente delle
mafie.
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