Sono ritenute appartenenti al clan
Mallardo, organizzazione componente della cosiddetta Alleanza di
Secondigliano (insieme con il clan Licciardi e il clan Contini),
le 25 persone arrestate dalla Dia di Napoli alle quali la
Procura di Napoli contesta, tra l'altro, i reati di associazione
per delinquere di tipo camorristico.
Nei confronti degli indagati (per 17 persone il gip di Napoli ha
disposto il carcere, per le restanti 8 gli arresti domiciliari)
gli inquirenti contestano, vario titolo, anche il reato di
estorsione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, false
attestazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria,
favoreggiamento personale, fittizia intestazione di beni,
impiego di denaro di illecita provenienza, autoriciclaggio,
truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche,
delitti, tutti, aggravati dal metodo mafioso.
Le indagini condotte sono ritenute, allo stato, utili a
ricostruire l'organigramma dell'organizzazione camorristica che
ha la sua base e fa affari illeciti a Giugliano in Campania e in
altri comuni dell'hinterland a nord del capoluogo campano.
Dalle indagini è emersa l'intestazione fittizia di beni, reato
riguardante, in particolare, un'agenzia di scommesse (di fatto
riconducibile al reggente del clan, destinatario di una delle
misure cautelari, ma risultata intestata alla nuora e gestita
dal figlio) ed altri beni, intestati a dei prestanome, che sono
stati sequestrati.
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