Ampliare il termine per poter
denunciare la violenza sessuale subita, che oggi in Italia è di
dodici mesi, dal momento in cui il fatto è stato commesso. E
questo è utile per dare la possibilità alla vittima di violenza
di elaborare e ricostruire con precisione e con più calma ciò
che ha vissuto e sofferto: è quanto scaturito nel corso di un
convegno nell'Aula multimediale del Consiglio Regionale della
Campania che ha visto, intorno ad un tavolo, forze politiche dei
diversi schieramenti, unite a combattere la piaga della violenza
di genere e all'indomani dell'ennesimo femminicidio nel
quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio.
In Aula è stato proiettato il cortometraggio 'Per averci
creduto' ispirato ad una storia vera che racconta di una
violenza sessuale su minore ed è tratto dal libro 'Per averci
creduto. Quando il perverso è chi ti cura' della psicoterapeuta
e scrittrice Sandra Pagliuca presente all'evento. "L'iniziativa
del corto - ha detto - è tratta da un libro che ho scritto ed è
autobiografico. Una donna vittima di violenza può impiegare più
di venti anni per sbrogliare la matassa di problemi, paure e
vergogna che procura un abuso". "Con la legge nota come 'Codice
Rosso' siamo riusciti a passare da sei mesi ad un anno per poter
denunciare ma bisogna fare di più. Io ritengo che un anno, per
la mente completamente sbriciolata di una vittima di abuso, non
basta a maggior ragione se Asl e altre istituzioni non sono
attrezzate per curare chi ha subito un trauma sessuale. Questo è
il punto nevralgico della nostra legge".
Tesi accolta dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle
Michele Cammarano: "Abbiamo depositato una mozione in Consiglio
regionale che chiede l'installazione di una panchina rossa in
ogni comune della Campania, nei luoghi che garantiscano la
maggiore visibilità, con una targhetta recante il numero
nazionale antiviolenza e antistalking 1522 e indicazioni in
merito ai più vicini servizi di assistenza alle vittime".
Bruna Fiola, consigliera Pd: "Un corto molto bello, da
proporre nelle scuole come insegnamento ai ragazzi e per dare
loro anche la testimonianza di chi, sulla propria pelle, ha
subito una violenza ma che ha voluto testimoniare che una donna
ce l'ha fatta e ha superato nel migliore dei modi quello che ha
vissuto".
Secondo Severino Nappi, consigliere della Lega, "Quello del
femminicidio è diventato una specie di bollettino di guerra che
ieri ha toccato anche il nostro territorio, dimostrando tutta la
drammatica attualità. In questa realtà c'è da dire una cosa
importante: iniziative di divulgazione e di diffusione, come
questa, sono importanti perché aiutano le denunce, la
prevenzione. Aiutano la conoscenza del fenomeno e danno forza
alle donne".
Per la consigliera regionale di Demos-Europa Verde, Roberta
Gaeta, "sono necessarie modifiche alle norme, ma prima di
chiedere pene e leggi più severe andrebbero applicate quelle
esistenti. Ci sono troppi eventi drammatici, che non sempre
finiscono con un'uccisione e che però sono annunciati nel tempo
attraverso segnali che dopo risultano sempre chiari". E ha
aggiunto: "C'è bisogno di una svolta culturale e di grandissima
attenzione da parte dell'opinione pubblica non solo in occasione
di eventi tragici. C'è bisogno di un'organicità degli
interventi, di una programmazione costante, di azioni e fondi
strutturali. Serve anche formazione delle forze dell'ordine,
degli operatori e di tutte le istituzioni coinvolte".
Nel fare riferimento alla tragedia avvenuta a San Giovanni a
Teduccio, Loredana Raia vice presidente del Consiglio regionale,
ha poi detto: "Di violenza contro le donne e di femminicidi non
si parla mai abbastanza. Con il cortometraggio, presente
l'autrice, attraverso il cinema che è una forma d'arte che
arriva a tutti, possiamo portare un grande messaggio di valore
umano, sociale e culturale".
All'evento anche lo psicologo e psicoterapeuta Mauro Reppucci
e l'avvocata Claudia Pecoraro secondo la quale "un anno di tempo
per la denuncia di violenza non è sufficiente perché una donna
che arriva a denunciare un abuso sessuale ha la necessità di
rielaborare tutto il suo vissuto. Si chiede che questi tempi
vengano ampliati anche sulla scorta dell'esperienza spagnola e
sempre in contemperazione con le esigenze prescrittive della
nostra legge penale per poter tutelare maggiormente le donne
vittime di violenza sessuale".
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