«Lo abbiamo detto da tempo che il
cosiddetto "concorsone" bandito dalla Regione Campania era un
corso-concorso e non comportava una assunzione immediata. Nel
bando originario era previsto che le prove da espletare al
termine del periodo di tirocinio fossero due, e soltanto grazie
al Decreto semplificazione del ministro Renato Brunetta le prove
sono passate da due a una venendo, di fatto, incontro alle
legittime aspirazioni degli idonei senza però infrangere le
norme». Lo ha dichiarato Annarita Patriarca, capogruppo di Forza
Italia in Consiglio regionale. «I candidati si sono trovati ad
affrontare - ha aggiunto l'esponente del partito di Silvio
Berlusconi - un corso-concorso che non prevede la
consequenziale immediata assunzione al termine del tirocinio,
prevista invece dopo un iter della durata di un anno,
"preparatorio" alle prove successive da sostenere». «In virtù
della proficua collaborazione assicurata dal Governo, a
cominciare proprio dal ministro Brunetta, e da una
interlocuzione avvenuta tra Governo e Regione si è nei giorni
scorsi addivenuti alla decisione di puntare sull'esame scritto
per il completamento dell'iter concorsuale. Di fronte alle
legittime aspirazioni di chi ha partecipato al concorso abbiamo
un dovere di verità. A loro ribadiamo il massimo sostegno e la
disponibilità più ampia, per quel che potrà essere il nostro
ambito di competenza, per un confronto che sia orientato alla
ricerca della soluzione migliore da mettere in campo a garanzia
del principio di legalità e a salvaguardia delle aspettative dei
candidati che vogliono, finalmente, entrare a pieno titolo nel
mondo del lavoro. Continueremo a dialogare con il Ministero per
la Semplificazione - ribadiamo ancora una volta - grazie al cui
intervento, si è ottenuto lo snellimento del concorso regionale
e la concreta possibilità per gli idonei di poter sostenere solo
una prova invece delle due originariamente previste. Come
continueremo a sollevare la questione degli idonei non ammessi a
tirocinio per il quali in questi mesi, pur di fronte ai rilievi
sollevati da più parti politiche, nulla è stato fatto», ha
concluso Annarita Patriarca.
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