"Gentile Ministro, a distanza di
due anni esatti, sento il dovere pastorale di rivolgermi
nuovamente a Lei e, sempre con spirito umile e rispettoso, di
disturbarla per chiederle aiuto, non per noi, ma per la nostra
gente: i lavoratori della Jabil di Marcianise che, ancora una
volta, rischiano di perdere tutto e di rimanere senza speranza".
Inizia così la lettera che il Vescovo di Caserta e Arcivescovo
di Capua Pietro Lagnese invia al responsabile del Ministero
delle Imprese e Made in Italy (Mimit) Adolfo Urso per
chiedergli, "nell'Anno Giubilare dedicato alla Speranza", un
intervento risolutore per la vertenza Jabil, ormai giunta alle
battute conclusive, visto che per marzo la multinazionale Usa
dell'elettronica ha deciso di cessare l'attività e di lasciare
Marcianise (Caserta) e l'Italia. L'azienda ha avviato anche la
procedura prevista dalla legge per il licenziamento collettivo
dei 413 lavoratori del sito produttivo casertano, che si
concluderà il 25 marzo; da quel momento, in assenza di soluzione
alternative, partiranno le lettere di licenziamento. Più volte
negli ultimi anni Lagnese è intervenuto a sostegno dei
lavoratori della Jabil, e anche qualche giorno fa si è recato
allo stabilimento di Marcianise per esprimere agli addetti
vicinanza concreta e solidarietà, promettendo loro di fare un
passaggio verso Urso, cui già aveva inviato una lettera-appello
due anni fa (era indirizzata anche ai parlamentari casertani).
Nella missiva odierna, Lagnese, rivolgendosi al ministro,
spiega di conoscere la "passione e l'impegno che mette nel dare
priorità alla salvaguardia dei posti di lavoro quando grandi
aziende entrano in crisi. Sicuramente conosce bene la vertenza
Jabil di Marcianise e, come me, l'evolversi di questa crisi
aziendale che dura da anni, da quando cioè la multinazionale
americana dell'elettronica ha iniziato a dare segnali negativi
sulla sostenibilità dei siti italiani. Il management di Jabil in
Italia punta il dito contro lavoratori e sindacati che non
avrebbero accettato la soluzione alternativa ai licenziamenti
proposta nei mesi scorsi". "Se la Jabil andrà via davvero,
signor Ministro - aggiunge l'alto prelato - sarà una sconfitta
immorale per il territorio, una sconfitta per la politica, in
una terra dove, fino a qualche anno fa, c'erano Olivetti,
Siemens, Alcatel e tutto l'indotto che accompagnava queste
grandi aziende. Caro Ministro Le chiedo, perciò, col cuore in
mano, di dare una nuova speranza al Casertano e al Sud aprendo
un nuovo tavolo al Ministero, anche verificando la possibilità
che l'azienda possa essere gestita da una cooperativa di
dipendenti o da una società più solida, che possa subentrare
nella gestione, come nel caso Whirlpool a Napoli. Lei è l'unico
che se ne può fare carico" conclude il Vescovo Lagnese.
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