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'Diritto di residenza', blitz attivisti in Municipalità a Napoli

'Diritto di residenza', blitz attivisti in Municipalità a Napoli

'Bambini e famiglie marginalizzati, basta discriminazioni'

NAPOLI, 24 maggio 2024, 14:47

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Blitz questa mattina degli attivisti per il diritto alla casa negli uffici anagrafe della II Municipalità in piazza Dante a Napoli, per protestare per "il diritto di residenza negato".
    "Oggi infatti - spiega un comunicato di 'Campagna Resta Abitante' - corre il decennale dell'approvazione della legge Lupi e del famigerato articolo 5 che per fare la guerra agli ultimi e alle famiglie in emergenza abitativa ha sequestrato i diritti costituzionali di centinaia di migliaia di persone, rendendo invisibili decine di migliaia di bambini". "Il problema è però anche dell'amministrazione comunale, - proseguono gli attivisti - che da quasi due anni, per problematiche relative alla gestione dei suoi uffici, ha sospeso per una serie di categorie sociali il riconoscimento della residenza di strada/di prossimità che pure sarebbe obbligatoria come prescrive anche una circolare del ministero dell'Interno fin dal 2015". "La Residenza infatti - si legge ancora nella nota - è connessa a fondamentali diritti costituzionali come quello alla salute, alla scuola, al welfare e le sezioni unite della Cassazione fanno obbligo dell'iscrizione anagrafica per tutte le persone che vivono in città. Ecco perciò che a Napoli migliaia di persone hanno perso o rischiano di perdere la residenza, i documenti di identità e quant'altro, non solo chi per emergenza abitativa vive in occupazione, ma anche chi è costretto dal proprietario ad un contratto di locazione in nero (e purtroppo anche con la denuncia l'inquilino oggi non ha la possibilità di ottenerne la registrazione). "L'amministrazione comunale (con il cui direttore generale esiste un tavolo di confronto che però non può durare in eterno) deve decidersi a fare il suo dovere e quanto meno riconoscere di nuovo la residenza di prossimità come prevedono le sue stesse delibere, oppure, meglio, fare come il Sindaco di Roma Gualtieri ed altri, andando in deroga all'articolo 5 per i casi vulnerabili, possibilità che la legge stessa prevede", concludono gli attivisti.
   

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