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Pizzaiolo ucciso: teste, mi ha puntato pistola in faccia

Pizzaiolo ucciso: teste, mi ha puntato pistola in faccia

Ascoltati anche i ragazzi con cui l'imputato litigò quella notte

NAPOLI, 14 maggio 2024, 17:34

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

E' stata incentrata sulla lite per futili motivi sfociata in sparatoria, l'udienza di oggi del processo in corso a Napoli sull'omicidio di Francesco Pio Maimone, il giovanissimo aspirante pizzaiolo ucciso nelle prime ore del 20 marzo 2023 sul lungomare del capoluogo partenopeo da un proiettile vagante.
    In particolare, sono stato ascoltati quattro ragazzi del gruppo con cui colui che viene indicato dalla Procura come l'assassino, Francesco Pio Valda, bisticciò quella notte.
    Confermata da uno dei testimoni la genesi della lite: un drink, versato sulle costosissime scarpe di Valda e poi anche un pestone.
    Un altro teste ha anche confermato che Valda era armato in quanto lo ha visto puntargli una pistola contro quando erano a una distanza di appena 7-8 metri. Tutti e quattro i ragazzi si sono mostrati non poco reticenti rispondendo alle domande che gli venivano poste e il pubblico ministero è stato costretto più volte a sollevare delle contestazioni.
    "Al momento dell'esplosione dei colpi non ho capito più nulla perché mi sono spaventato", ha detto il giovane testimone, "mi ricordo che la pistola era piccola e nera... mentre io lo prendevo a parolacce per quello che stava facendo, lui mi ha puntato la pistola in faccia da circa 7-8 metri, poi è scappato dicendo a qualcuno di prendere l'auto".
    Con il consenso degli avvocati del collegio difensivo e del pm è stato acquisito infine dai giudici della Corte d'Assise il verbale di uno dei testimoni ascoltati nelle scorse udienze il quale ha affermato, tra l'altro, di avere appreso dalla viva voce dell'imputato, incontrato quella notte quando è ritornato nel suo quartiere, a Barra, che aveva sparato: "l'abbiamo incontrato... mi ha detto di avere sparato con un revolver 38 special prima due colpi in aria, perché gli gridavano che la pistola era a salve e lui per dimostrare che invece era vera ha sparato nel vetro di una 500X parcheggiata".

Pizzaiolo ucciso: legale famiglia, solo un'aula ricorderà Pio 

"Siamo molto amareggiati per il comportamento del Comune di Napoli che per la quarta volta ci ferisce senza motivo: il sindaco ci promise di provvedere alle spese della cremazione ma poi nulla di fatto; poi individuarono uno spazio per Pio nel cimitero di Pianura ma è risultato inidoneo poiché al di sotto passava l'acqua piovana; poi ci hanno promesso uno stele da installate sulla tomba di cui non abbiamo ancora nessuna notizia. Ora, infine, il giorno prima dell'inaugurazione del centro che gli doveva essere intitolato veniamo a sapere che non il centro ma solo una delle aule ricorderà Francesco Pio Maimone: una decisione che, a nostro avviso, vanifica del tutto il segnale che si voleva dare ai ragazzi del quartiere". Lo rende noto l'avvocato Sergio Pisani, legale della famiglia di Francesco Pio Maimone, l'aspirante pizzaiolo ucciso nelle prime ore del 20 marzo 2023 sul lungomare di Napoli da un proiettile vagante esploso al culmine di una lite scoppiata solo per un pestone su un paio di scarpe griffate a cui la vittima era estranea. Oggi, davanti alla Corte di Assise di Napoli, è in corso una delle udienze del processo sull'omicidio di Francesco Pio, a cui stanno assistendo, come sempre i suoi genitori. Alle 15 era prevista la cerimonia di intitolazione del centro giovanile di Pianura 'Casa della cultura' a Francesco Pio Maimone, alla presenza del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che però stamattina è stata rinviata.

Pizzaiolo ucciso: padre, vittime innocenti sono tutte uguali 

"Le vittime innocenti sono tutti figli di Napoli e vorrei che anche mio figlio venisse trattato alla stessa maniera delle altre: sono molte le promesse fatte e non mantenute, e voglio ribadire che non abbiamo mai chiesto niente". E' deluso Antonio Maimone, padre di Francesco Pio, il giovane aspirante pizzaiolo rimasto ucciso da un proiettile vagante esploso durante una lite scoppiata per futili motivi nelle prime ore del 20 marzo 2023, nei pressi di uno degli chalet del lungomare della città. Nel pomeriggio di oggi si sarebbe dovuta tenere una cerimonia nel quartiere Pianura di Napoli durante la quale sarebbe stata intitolata a Francesco Pio una sala della "Casa della Cultura e dei Giovani". Un incontro che però è saltato in quanto la famiglia, che si aspettava l'intitolazione di tutta la struttura, ha deciso di rinunciare all'iniziativa del Comune. "Noi pensavamo che l'intera struttura - spiega Antonio Maimone di ritorno dall'udienza del processo sull'omicidio del figlio - dovesse essere intitolata a mio figlio, non solo una stanza". "Ripeto - conclude - noi non abbiamo chiesto nulla ma così si mette il dito nella piaga. Non vogliamo altro che piangere nostro figlio".

Comune,pronti a ricordare Francesco Pio d'intesa con la famiglia 

 "La decisione dell'Amministrazione comunale di intitolare a Francesco Pio Maimone una sala della Casa della Cultura e dei Giovani, accogliendo la richiesta del Consiglio Comunale, intendeva dare, in tempi rapidi, un segnale forte per ricordare il diciottenne di Pianura anche in vista dell'importante fase processuale che si tiene questa mattina". Lo sottolinea una nota del Comune. "Ciò anche in considerazione del fatto che il Centro Giovanile ha già al suo interno altre sale intitolate a vittime innocenti della criminalità, come Francesco Estatico che ebbe, vent'anni fa, lo stesso tragico destino di Francesco Pio. Spiace che oggi l'evento non si sia tenuto, ma l'Amministrazione è pronta comunque a procedere nell'iter avviato e a valutare ulteriori iniziative, in quanto c'è stata e ci sarà sempre la piena disponibilità a ricordare, d'intesa con la famiglia, la memoria di Francesco Pio", conclude la nota.
   

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