Nuovi percorsi di sviluppo sociale
e sostenibile per la legalità nell'area industriale della
provincia di Caserta, che coinvolgano attraverso progetti di
formazione e inclusione lavorativa soprattutto i detenuti con
l'obiettivo di porre un argine al fenomeno criminale riducendo
la recidiva, in cui spesso, per mancanza di opportunità e
alternative, ricade chi delinque. Un progetto pilota che il
Consorzio Asi Caserta ha sottoscritto con l'Unicri, l'Istituto
Interregionale delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e
la giustizia, che ha riconosciuto l'eccellenza italiana nel
campo proprio degli strumenti di prevenzione e contrasto al
crimine; un progetto che dall'Italia potrà essere esportato
ovunque nel Mondo.
"L'Italia - ha detto con orgoglio il viceministro degli
Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Edmondo
Cirielli, presente alla cerimonia di firma - è leader
riconosciuto a livello internazionale per quanto concerne le
misure contro la criminalità organizzata e la corruzione. Non è
un caso che l'Unicri ha sede in Italia, a Torino".
Il progetto nasce dall'esigenza di favorire la cooperazione tra
il settore pubblico e quello privato nell'elaborazione e
nell'attuazione di misure efficaci per la prevenzione della
criminalità e il rafforzamento della resilienza delle comunità
nell'affrontare le sfide poste dal crimine organizzato.
"Abbiamo scelto Caserta - ha spiegato Leif Villadsen,
Direttore ad interim dell'UNICRI - perché c'è un perfetto
background per un partnership fruttuosa".
Determinante nella scelta di Unicri l'altro progetto curato
dall'Asi di Caserta con il Ministero della giustizia e
l'Amministrazione penitenziaria, "Mi riscatto per il futuro", di
cui il nuovo progetto firmato oggi rappresenta una sorta di
evoluzione e di naturale prosecuzione.
"Mi riscatto" ha permesso di formare cento detenuti delle
carceri del Casertano (Santa Maria Capua Vetere, Carinola,
Aversa) e di impiegarne più della metà in lavori socialmente
utili proprio nell'area Asi, in particolare nella manutenzione
del verde, e in altri lavori elettrici e di idraulica; un
detenuto, Ignazio D'Angelo, è stato anche assunto da un
imprenditore del territorio.
"Il datore di lavoro per tanti ragazzi del Casertano non
doveva essere la camorra, ma le imprese", ha affermato Raffaela
Pignetti, presidente di Asi Caserta. "'Mi riscatto per il
futuro' - ha detto ancora Pignetti - è considerata un modello di
buone pratiche di governance da prendere in esame al fine di
renderla operativa ed esportabile a livello internazionale. Con
il progetto pilota attiveremo programmi che mirano a creare
nuovi approcci alla prevenzione della criminalità, al
rafforzamento della giustizia e allo sviluppo del territorio.
Creare una rete di eccellenza attraverso la quale le
istituzioni, le aziende e le comunità possano collaborare è il
primo passo verso un maggior coinvolgimento delle realtà
produttive nelle attività di tutela e sviluppo condiviso del
territorio che in definitiva contribuiscano a migliorare la
qualità di vita nella nostra terra".
Il direttore generale Detenuti e Trattamento del Dap
Giancarlo Cirielli, ha sottolineato che sono circa 20mila su
61mila in totale in tutta Italia i detenuti ad essere impiegati
in qualche lavoro, ed in particolare l' 85% svolge lavori nelle
carceri (pulizia, mensa, trasporti cibo), il 15% all'esterno; di
questi, 1800 fanno lavori socialmente utili, e solo Caserta
grazie all'Asi ne ha avviati 52, per cui è un dato molto
rilevante, segno delle buone pratiche realizzate". Plaude
all'iniziativa anche l'assessore regionale alla formazione
Armida Filippelli, secondo cui "a tutti va data una seconda
possibilità ed in tal senso è necessaria la formazione, che non
va più pensata come ammortizzatore sociale, ma come assist per
lo sviluppo. In Campania abbiamo una dispersione scolastica
vergognosa, pari al 17%, con l'occupazione femminile che si
ferma al 31%. C'è dunque tanto da fare nella formazione". Per il
giornalista Ansa Vincenzo Di Vincenzo, che ha moderato
l'incontro, sviluppo e legalità sono due sostantivi che si
tengono l'un l'altro, perchè non c'è sviluppo senza legalità e
viceversa".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA