Martedì prossimo Gianluca Festa,
l'ex sindaco di Avellino da ieri mattina agli arresti
domiciliari insieme ad altre due persone, l'ex dirigente
comunale Filomena Smiraglia e l'architetto Fabio Guerriero, si
troverà faccia a faccia, nell'interrogatorio di garanzia, con il
Gip del Tribunale di Avellino, Giulio Argenio, lo stesso
magistrato che ha firmato l'ordinanza cautelare su richiesta del
procuratore capo di Avellino, Domenico Airoma.
Festa è al centro di una inchiesta, articolata su diversi
filoni, che lo chiama in causa, insieme ad altri, per presunti
episodi di corruzione, concorsi truccati, irregolarità su
affidamenti e appalti del comune di Avellino, ma anche per
depistaggio, inquinamento delle prove e rivelazione del segreto
di ufficio. "Non abbiamo una controtesi - spiega il penalista
Luigi Petrillo, che difende Festa - perché non abbiamo una tesi
della Procura, ma finalmente ci verrà data la possibilità di
difenderci, come abbiamo inutilmente chiesto già all'indomani
della perquisizione domiciliare subita dall'ex sindaco" il 6
marzo scorso.
Il penalista torna poi sul computer che, nelle immagini
allegate alla ordinanza Festa avrebbe fatto sparire, per
ribadire che "l'apparecchio era poco utilizzato dal sindaco e
protetto da una password nella disponibilità di molti: pensare
che si sia voluto far sparire quel computer come se custodisse
chissà quali segreti - conclude Petrillo - mi pare una
congettura indimostrata e indimostrabile. Dalla visione dei
filmati e delle scene riprese all'interno della stanza dell'ex
sindaco, comprenderemo effettivamente come siano andati i
fatti". Sulla divulgazione delle immagini riprese dalle
telecamere fatte installare dalla Procura nell'ufficio di Festa,
Petrillo denuncia: "Sono state fatte uscire per rappresentare
come per già certa la prova della responsabilità dell'indagato.
Lo ritengo un fatto molto grave: credo che non vi siano molti
precedenti nella storia giudiziaria italiana di questi ultimi
tempi".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA