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Una 'Serva Padrona' elettronica alle Officine San Carlo

Una 'Serva Padrona' elettronica alle Officine San Carlo

Domani e il 20 aprile, opera buffa di Pergolesi, regia di Sparno

NAPOLI, 18 aprile 2024, 17:06

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

'La serva padrona' versione elettronica: il progetto di Officine San Carlo prosegue domani e sabato 20 aprile (ore 20:30, ingresso gratuito con prenotazione). nel segno della commistione di stili e generi 'riscrivendo' la celebre opera buffa di Giovanni Battista Pergolesi. Firma la regia Rosario Sparno, La scenografia è di Kristina Psoni, i costumi di Giusi Giustino, il disegno luci di Simone Picardi. Nel cast vocale Costanza Cutaia, che darà voce e volto a Serpina, Ignas Melnikas nelle vesti di Uberto e Renato De Simone in quelle di Vespone. Marco Palumbo al clavicembalo verrà accompagnato da Giulio Fazio al synth con Francesco De Simone al live electronics. Il risultato è un Pergolesi che risplende nel dinamismo delle sue melodie, rivelando la modernità.
    "La vera 'Serva padrona' è l'opera buffa stessa - racconta Sparno- Nata per 'servire' da intermezzo ad un'opera 'padrona' , 'Il prigionier superbo', opera seria per la quale fu concepita come intermezzo comico, ha assunto col tempo dignità, forza e l'autonomia. Quello che viviamo in scena è a tutti gli effetti il ménage di due innamorati che si rintuzzano, si provocano e si rincorrono in un gioco dei ruoli, ogni giorno. È il gioco della seduzione, di affermazione di potere dell'uno sull'altro. E l'originale e notissima partitura settecentesca si piega stavolta e si asservisce ai suoni elettronici".
    'La serva padrona', andò in scena per la prima volta nel 1733 al Teatro San Bartolomeo rappresentando il genere del comico in musica nella sua massima espressione e fioritura. Il testo di Gennaro Antonio Federico offrì a Pergolesi l'occasione di un capolavoro di equilibrio, realismo e stilizzazione, grottesco caricaturale e con sottili ombreggiature psicologiche. L'operina fece così la grandezza dell'opera buffa napoletana scatenando clamore in tutta Europa con un dibattito che coinvolse le menti più brillanti dell'epoca, da Rousseau a Diderot, da Grimm a d'Alembert allo stesso Voltaire.
   

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