Manifesta soddisfazione per la
nomina di Nicola Gratteri al vertice della Procura di Napoli ma
non denuncia il "pizzo" nonostante sia sotto estorsione da
tempo: ha dovuto rilevare anche questo la Polizia di Stato
quando, con una scusa, hanno convocato una delle vittime del
clan del rione Moscarella di Castellammare di Stabia (Napoli),
decapitato ieri in un'operazione coordinata dalla DDA di Napoli
nel corso della quale sono stati notificati dieci arresti e un
obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
La circostanza emerge dall'ordinanza con la quale il gip di
Napoli Maria Luisa Miranda ha disposto i provvedimenti cautelari
su richiesta della procura antimafia partenopea.
La vittima appartiene a una nota famiglia imprenditoriale
napoletana ed è uno dei titolari di una sala giochi: gli
investigatori sanno che è sotto il pizzo della camorra ma lo
convocano in commissariato con la scusa di parlare di una rapina
subìta .
Ai poliziotti dice di essere contento per la scelta del capo
dell'ufficio inquirente partenopeo. Fa riferimento,
genericamente, a una richiesta estorsiva con tanto di minacce,
l'incendio della sala giochi ma senza fare riferimento
all'organizzazione camorristica oggetto delle indagini. E quando
le forze dell'ordine lo sollecitano a denunciare lui risponde di
essere pronto a farlo.
Dalle indagini è poi emerso che già dal 2015 la sala giochi
consegnava ogni mese circa 4mila euro al clan Cesarano.
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