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Marinaio di 45 anni muore schiacciato nel porto di Napoli

Marinaio di 45 anni muore schiacciato nel porto di Napoli

Fit Cisl Campania: "Morte assurda, basta con i fiumi di parole"

NAPOLI, 24 marzo 2024, 20:41

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Ancora una morte sul lavoro, questa volta all'interno del porto di Napoli. La vittima è un marinaio di 45 anni. Il fatto risale alla serata di ieri: erano circa le 20, l'uomo stava lavorando a bordo della nave Antares della Gny e stava ultimando le manovre di carico prima della partenza, quando è rimasto schiacciato dalla ralla, intenta a posizionare un semirimorchio. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l'uomo non si sarebbe accorto della manovra ed è rimasto schiacciato, morendo sul colpo. Lascia la moglie e due figlie.

La vittima un marittimo trapanese

 E' un trapanese, Gaspare Davì, di 45 anni, il marittimo morto ieri sera nel porto di Napoli, mentre lavorava a bordo della nave Antares della Gnv. Il marinaio di bordo stava ultimando le manovre di carico, prima della partenza della nave, quando è rimasto schiacciato dalla ralla, intenta a posizionare un semirimorchio. L'uomo, originario di Trapani, non si sarebbe accorto della manovra ed è rimasto schiacciato, morendo sul colpo. I sindacati si dicono sgomenti per l'accaduto ed esprimono cordoglio e vicinanza alla famiglia del marinaio, in particolare alla moglie e alle due figlie. Sul luogo dell'incidente sono intervenuti i militari della Capitaneria di Porto. La procura ha aperto un'inchiesta per accertare le cause dell'incidente.

Autorità portuale, obiettivo sicurezza 
 "E' importante sottolineare che il nostro sistema portuale è in continua crescita e non bisogna mai fare in modo che questa esigenza vada a danno della sicurezza. Il nostro obiettivo sarà sempre quello della tutela assoluta della sicurezza sul lavoro. Non ci può essere business senza la tutela della sicurezza sul lavoro". Lo afferma il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale (AdSP) del Mar Tirreno Centrale, Andrea Annunziata, a proposito dell'incidente che è costato la vita al marittimo trapanese Gaspare Davì avvenuto ieri sera al porto di Napoli. "Esprimiamo il nostro cordoglio e la nostra vicinanza alla famiglia del lavoratore, ai lavoratori suoi colleghi e alle imprese portuali", prosegue Annunziata, e "siamo vicini a tutte le persone coinvolte e a quelli che sono impegnati tutti i giorni in un lavoro così complesso e delicato come le operazioni di bordo. Come Autorità di Sistema Portuale sollecitiamo tutti, sempre, alla massima attenzione sui luoghi di lavoro. Non andiamo oltre sulle responsabilità, che accerterà la magistratura". L'incidente, viene ricostruito in una nota dell'Autorità portuale, è avvenuto "intorno alle ore 19.50, a bordo del traghetto ro-pax Gnv Antares, ormeggiato al terminal Grandi Navi Veloci, nella Calata del Piliero, tra Calata Porta di Massa e il Molo Angioino". Il marittimo, "membro dell'equipaggio della nave - prosegue l'autorità portuale - è morto schiacciato da un carrello, un mezzo pesante utilizzato nella movimentazione della merce durante le operazioni di carico e scarico della nave. La nave, in servizio regolare, era prossima alla partenza per il porto di Palermo. Le dinamiche dell'incidente sono ancora da accertare, un lavoro di cui se ne occuperà la magistratura. Celere e immediato l'intervento dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale". Era dal 2007, viene sottolineato, che nel porto di Napoli non avveniva un incidente mortale "legato alle operazioni portuali di bordo, evento che negli anni successivi portò alla nascita, a Napoli come in altri porti italiani, del Sistema Operativo Integrato (Soi), un protocollo tra Asl, Autorità Portuale, Capitaneria di Porto, Ispettorato territoriale del Lavoro, Inail, Inps e imprese che ha contribuito ad abbattere gli incidenti sul lavoro spingendo sulla diffusione della cultura della sicurezza e sulla formazione". 

Filt Cgil, 'piangiamo un'altra vittima sul lavoro' 

"Nell'esprimere il nostro più profondo cordoglio alla famiglia del lavoratore, chiediamo a voce alta che si mettano in campo tutti gli strumenti per arrestare queste terribili tragedie senza fine". Così la Filt-Cgil nazionale sull'incidente sul lavoro nel porto di Napoli, dove ha perso la vita un lavoratore marittimo dell'equipaggio del traghetto GNV Antares, aggiungendo che "ancora una volta piangiamo una vittima sul lavoro". Secondo la Federazione dei Trasporti della Cgil "non è più sopportabile parlare di incidenti sul lavoro. Sono necessari investimenti per le lavoratrici e i lavoratori che garantiscano la loro sicurezza sul lavoro che non va vista come un costo, ma come una risorsa. Tuttavia si continuano a cancellare regole e diritti come la decurtazione dell'indennità di malattia nei confronti dei lavoratori marittimi prevista dalla scorsa finanziaria.Vanno rafforzati gli organismi di controllo e di ispezione. Abbiamo bisogno - dichiara infine la Filt Cgil nazionale - di azioni concrete con la messa in campo di risorse da parte delle istituzioni e delle autorità competenti, il quanto mai urgente aggiornamento dei decreti 271 e 272 del 1999 e di ogni intervento per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro".

Ricci (Cgil), situazione insostenibile 

"Ormai è una situazione non più sostenibile. Nel paese nel 2024 stiamo registrando morti sul lavoro quasi ogni giorno, una media che pone anche la nostra regione tra le prime in Italia per numero di morti sul lavoro. Il Governo deve intervenire con misure concrete e urgenti per fermare questa strage. Per queste ragioni con la Uil abbiamo proclamato 4 ore di sciopero per l'11 aprile prossimo. La patente a punti, così come è stata istituita serve a poco. Faciliterà la ricerca di nuovi espedienti alla riassegnazione di punti. La vita delle lavoratrici e dei lavoratori non può essere oggetto di escamotage. Oggi però è il momento del cordoglio e ci stringiamo alla famiglia del marittimo trapanese deceduto ieri sera nel porto di Napoli". Così il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, ha commentato l'incidente sul lavoro avvenuto sabato sera al porto di Napoli costato la vita al marittimo trapanese Gaspare Davì.

Uiltrasporti Campania, inammissibile 

"Un altro tragico infortunio sul lavoro è costato la vita, ieri sera nel porto di Napoli, ad un giovane lavoratore marittimo trapanese di 45 anni, Gaspare Davì. Questo è solo l'ultimo degli infortuni mortali che vedono coinvolti tragicamente i lavoratori e le loro famiglie; è l'ennesima morte bianca in Campania che negli ultimi 10 anni, con oltre 1.100 vittime sul lavoro, si pone ai primi posti di una tragica e assurda classifica nazionale". Lo afferma il segretario generale della Uiltrasporti Campania, Antonio Aiello, che, esprimendo il cordoglio del sindacato, "ritiene inammissibile quanto accade nei luoghi di lavoro in merito alla sicurezza dei lavoratori e della loro vita, perché al giorno d'oggi non è accettabile morire di lavoro". "Il nostro - si legge in una nota - è un paese in cui mediamente muoiono sul lavoro tre persone al giorno e, pertanto, non può essere considerato un paese civile e rispettoso del valore della vita. Non è accettabile rischiare e perdere la vita semplicemente per portare a casa uno stipendio. Come organizzazione sindacale chiediamo al Governo di aggiornare le normative di settore che evidentemente non sono più adeguate e al contempo di investire sulla formazione continua e strutturata. Ma tutto questo da solo non è sufficiente: per dire basta a morti non piu' tollerabili occorre intensificare i presidi di controllo (aumentando ispettori e ispezioni) ed emettere sanzioni più severe alle Aziende che violano le regole. Ormai non si può più restare in silenzio e non si può far finta di nulla"..

Sgambati (Uil), la strage va fermata 
"Un'altra vittima, un altro operaio morto a soli 45 anni mentre era a lavoro, questa è una strage che va fermata. L'indignazione non basta servono azioni forti, il governo ci ascolti". Così Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil di Napoli e Campania, commentando l'ennesima tragedia sul lavoro, questa volta, nel porto di Napoli. "Il prossimo 11 aprile - dice - saremo in sciopero perché il mondo del lavoro pretende risposte, pretende azioni adesso. Servono più ispettori, servono controlli, serve frenare le gare al ribasso e i sub appalti. Serve una procura speciale per gli incidenti sul lavoro, per tutelare la vita delle persone. Perché la morte sul lavoro non è semplice fatalità, ma è un vero e proprio omicidio. Fermiamo questa mannaia".

Fit Cisl Campania, basta fiumi di parole

La Fit Cisl Campania esprime cordoglio e vicinanza alla famiglia del marinaio, in particolare ai familiari.
   "Siamo stanchi di leggere fiumi di parole e commenti inutili - dice il segretario generale Alfonso Langella - che ogni volta accompagnano una morte assurda come quella avvenuta ieri sera.
 Non spetta a noi individuare le responsabilità, ma come sindacato chiediamo alle istituzioni nazionali e locali di fermare questa ondata di tragiche morti e di intervenire sulle norme relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro, che evidentemente non sono sufficienti o adeguate. Non possiamo definirci un Paese civile se un lavoratore rischia ogni giorno di perdere la vita in questo modo".
    "Facciamo un appello accorato alle istituzioni - conclude Langella - oggi manca una formazione continua e strutturale, che dev'essere in capo a tutte le aziende. Accanto a questo, vanno intensificati i controlli ed emesse sanzioni più severe. Se non prendiamo la situazione di petto, continueremo solo a piangere i morti".

Fit-Cisl nazionale, ennesima morte sul lavoro, quanto fatto non basta 

"Oggi un'altra famiglia, alla quale va il nostro pensiero e le nostre condoglianze, piange un suo caro che ha perso la vita, deceduto mentre era al lavoro a bordo del traghetto Gnv Antares, ormeggiato nel Porto di Napoli. Ancora un'altra vittima e questo dato di fatto ci fa dire che non bastano più le richieste di investimenti, le proclamazioni di pacchetti di ore di sciopero, di maggiori verifiche e di più controlli, perché se è vero che c'è stato un calo degli incidenti fatali, secondo quello che rileva Eurostat facendo il punto sulle vittime di incidenti navali per le unità di bandiera Ue, è altrettanto vero che ogni morte è insopportabile". Così la Fit-Cisl Nazionale dopo la notizia della morte del 45enne rimasto schiacciato da una ralla durante una manovra di posizionamento di un semirimorchio. "Chiederemo all'armatore di avviare, già a partire da domani, un confronto per comprendere le dinamiche dell'incidente, capire cosa non ha funzionato e proporre tempestive iniziative e azioni da mettere in campo a maggiore tutela delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. Il nostro obiettivo è realizzare con gli armatori e le loro associazioni datoriali le condizioni per costruire e diffondere una più incisiva cultura della salute e della sicurezza sul lavoro a bordo delle navi per fermare questa maledetta scia di sangue. Confidiamo - conclude la nota del sindacato dei trasporti cislino - che si creino in tempi rapidissimi i presupposti per innalzare i già elevati standard di sicurezza affinché si raggiunga sulle navi italiane l'obiettivo di zero eventi fatali".
   

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