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Corte Conti Campania, nel 2023 danni a Erario per 26 milioni

Corte Conti Campania, nel 2023 danni a Erario per 26 milioni

Nel mirino reddito di cittadinanza e bonus legati al Covid

NAPOLI, 27 febbraio 2024, 21:27

Redazione ANSA

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Maggioranza rinvia sul tetto per le toghe fuori ruolo al 2025 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Maggioranza rinvia sul tetto per le toghe fuori ruolo al 2025 -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Maggioranza rinvia sul tetto per le toghe fuori ruolo al 2025 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nel 2023 sono stati 84 in Campania gli atti di citazione contestati dalla procura della Corte dei Conti per un ammontare del danno accertato nei confronti dell'Erario pari a 26 milioni di euro derivanti dalla gestione di fondi comunitari e regionali. E' il dato che emerge dall'attività della procura regionale della Corte dei Conti e reso noto nel corso di una conferenza stampa alla vigilia dell'inaugurazione dell'anno giudiziario in programma domani.
    Andando nel dettaglio il procuratore regionale Antonio Giuseppone ha spiegato che la sezione campana dell'organo di magistratura contabile ha emesso numerosi citazioni in relazione alla misura del reddito di cittadinanza. Nel mirino anche le misure e i bonus legati al Covid con tante richieste di erogazione di fondi da parte di piccoli imprenditori sulla scorta di certificazioni false presentate alle banche responsabili di non svolgere particolari controlli.
    Tra i casi più singolari su cui la Corte è intervenuta anche l'occupazione illegittima di un immobile pubblico del Comune di Napoli da parte di abusivi. "Dopo questo caso isolato - la sottolineatura del magistrato - il Comune di Napoli si è attivato sulla gestione degli immobili comunali e fa piacere se la nostra attività è servita a far passare il messaggio che i beni pubblici vanno gestiti legittimamente pagando il canone dovuto".
    Fari anche sulla sanità: "Per la nostra funzione - ha detto Giuseppone - ci occupiamo solo di fattispecie concrete. Se dovessi valutare lo stato di salute della sanità solo dagli atti di citazione che emettiamo, dovrei dire che in Campania non è ottimale, ma sarebbero una valutazione e un giudizio parziale.
    Per quanto riguarda il 2023 - ha concluso - nell'ambito del settore sanità abbiamo accertato plurimi casi di liquidazione di fatture per prestazioni non eseguite".

Corte Conti Campania,con scudo erariale a rischio controlli Pnrr 

 "In merito al Pnrr c'è una enorme massa di denaro pubblico che rischia di essere immessa senza il dovuto controllo. E' uno degli effetti della proroga dello scudo erariale. Come Corte dei Conti siamo molto preoccupati, perché allo stato attuale nelle attività di istruttoria siamo spuntati". E' l'allarme lanciato dal procuratore regionale della Corte dei Conti della Campania, Antonio Giuseppone, nel corso di un incontro con la stampa alla vigilia dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2024. "Se passa il messaggio che quelle del Pnrr sono risorse a fondo perduto - ha sottolineato Giuseppone - è sbagliato: I due terzi di questi fondi lo Stato italiano li dovrà restituire all'Unione Europea, sono risorse che vanno gestite correttamente. Eppure con lo scudo erariale in una attività istruttoria possiamo perseguire solo condotte dolose nello spreco di denaro pubblico, e non quelle colpose. Ecco perché siamo molto preoccupati, pensiamo ci sia stata una sottovalutazione del problema". "Lo scorso anno - il dato ricordato dal magistrato - meno del 6% dei fascicoli aperti è sfociato in una citazione, il resto archiviati in nome della paura della firma. Ma come si fa ancora a parlare di paura della firma? Lo scudo erariale non ha senso. E allargare le maglie è un controsenso. Anche l'abolizione del controllo concomitante - ha concluso Giuseppone - solleva qualche dubbio, avere l'avallo positivo della Corte dei Conti metterebbe al riparo l'amministratore pubblico e forse questo aspetto non è stato ponderato dal legislatore".

Procura Corte Conti Campania, scudo erariale copre gli inetti 

Una sorta di palla al piede lo scudo erariale per chi deve fare i controlli sulla gestione delle risorse pubbliche. La norma introdotta nel 2020 durante la pandemia, con proroga fino alla fine del 2024, che limita la responsabilità di amministratori pubblici e privati nella gestione di risorse pubbliche ai casi di condotte contrassegnate da dolo o gravi omissioni, è nel mirino della magistratura contabile. Al grido d'allarme lanciato ieri dal presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Campania Michele Oricchio, si unisce quello del procuratore regionale della Corte dei Conti Antonio Giuseppone. "Lo scudo erariale - ha osservato oggi il magistrato nel corso di un incontro con la stampa - sembrava dovesse terminare a giugno e invece in maniera inaspettata, e nonostante fosse stato assicurato che non ci sarebbe stata proroga in occasione dell'inaugurazione anno giudiziario, il giorno dopo è stato prorogato. Il tutto dopo che l'Oms ha certificato che la pandemia è terminata. Una norma che si regge sulla paura della firma, una paura inesistente. Il rischio è che si voglia coprire l'amministratore o il dipendente pubblico inefficiente o inetto. Tutto ciò - ha concluso - provoca uno scardinamento dell'intero sistema. Anche perché passa il messaggio che purché si spenda il denaro va tutto bene e invece la cattiva gestione delle risorse pubbliche ha un costo sociale molto elevato per i contribuenti, dato aggiornato al 2023 ben 180 miliardi di euro. Con lo scudo - l'amara riflessione di Giuseppone - o si prova il dolo e si accertano condotte gravemente colpose o non possiamo andare avanti. E' una norma di dubbia compatibilità costituzionale".

Corte Conti Campania,nel 2023 recuperati 1,8 milioni da sentenze 

 Nel 2023 le amministrazioni beneficiarie di sentenze di condanna al risarcimento da parte della Corte dei Conti hanno recuperato risorse per 1,8 milioni. Il dato - contenuto nella relazione del procuratore regionale della Corte dei Conti Antonio Giuseppone - è stato anticipato nel corso della conferenza stampa convocata per oggi. "E' una delle considerazioni più frequenti in ordine alla nostra attività - ha sottolineato il magistrato - la scarsa capacità di riscossione dei risarcimenti decisi dalla Corte dei Conti. Ma i risarcimenti vengono decisi in favore delle amministrazioni cui spetta poi l'attività di recupero. Non spetta a noi questa azione. Peraltro le amministrazioni quando eseguono le sentenze di condanna incontrano le stesse difficoltà che incontra il privato cittadino che deve essere risarcito a che ha a che fare con un debitore incapiente. Alle difficoltà oggettive talvolta si aggiunge anche un certo lassismo da parte degli enti". Tra i casi virtuosi citati da Giuseppone anche l'attività di recupero da parte di un'Asl di oltre 31 milioni di euro per fatture illegittimamente liquidate.
   

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