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La moda nella Belle Époque: manifesti, abiti e dipinti inediti

La moda nella Belle Époque: manifesti, abiti e dipinti inediti

In mostra nella Fondazione Banco Napoli a cura di B. Stranieri

NAPOLI, 04 ottobre 2023, 14:44

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Manifesti pubblicitari disegnati da grandi artisti, cartoline, sculture, abiti e dipinti inediti realizzati a Napoli durante la Belle Époque. È quanto raccolto nel volume e nella mostra intitolati ai Grandi Magazzini.
    Protagonisti, commercio della moda e socialità a Napoli tra Ottocento e Novecento, a cura della storica dell'arte Bianca Stranieri, che si presenta venerdì prossimo, 6 settembre, alle 16, nella Fondazione Banco di Napoli. Parteciperanno Nadia Barrella e Giuseppe Pardini (Università Vanvitelli), Maria Rosaria De Rosa (Università Suor Orsola Benincasa), Marcello d'Aponte, presidente della Fondazione ILCartastorie, Orazio Abbamonte, presidente della Fondazione Banco di Napoli.
    Il corpus di documenti, sottolineano i promotori, "proviene da tre archivi: Fondazione Banco di Napoli, Fondazione Mele, la raccolta del collezionista e studioso Gianmaria Lembo. La mostra è in partnership con la Fondazione Mondragone e accoglie rari abiti dell'imprenditore Ugo Cilento e di collezionisti privati".
    In questo progetto, ideato da Bianca Stranieri e Silvana Musella Guida, si racconta di una Napoli "fatta di imprenditori e di proprietari di grandi magazzini, con oltre 200 dipendenti e di una moda elegantissima, come documentano i cataloghi di fine '800, che raccolgono addirittura più di cento tessuti. Moda che diventa più minimal, ma sempre chic, nel '900 con la standardizzazione, che porta un notevole calo del numero di tessuti. La moda al femminile è fatta di corpetti allungati, che mettono in risalto il décolleté e gonne drappeggiate. Gli uomini non escono mai senza bastone e il loden è di gran moda". "Ho rievocato la fulgida storia del commercio dei generi di moda a Napoli tra fine Ottocento e inizio Novecento - spiega la curatrice Stranieri - attraverso l'attività dei suoi protagonisti, i Mele in testa, ben riassunta dal discorso del sindaco Miraglia alla cerimonia per il cavalierato di Emiddio Mele, che con questi si congratulò per aver dimostrato con i fatti che era possibile trasformare l'economia del Paese, e che tutti, da quel giorno, avrebbero dovuto 'far voto' che Napoli diventasse 'città del lavoro'. Parole di grande attualità, che faccio mie e che devono essere stimolo per le azioni delle attuali e future generazioni, coscienti del valore di chi di questa città ne ha fatto un'eccellenza". Volume e mostra sono patrocinati dalla Fondazione Banco di Napoli e dal Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell'Università Luigi Vanvitelli, guidato dal professor Giulio Sodano, con la tutela della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania. La mostra è visitabile dal 7 ottobre al 14 gennaio. "L'esposizione è stata realizzata anche con il contributo dell'Emeroteca dell'Archivio Storico del Banco di Napoli - sottolinea il presidente Abbamonte - ricca di più di 4.000 quotidiani e periodici. La Fondazione, rendendosi promotrice dell'iniziativa, ha inteso dare un sostegno ulteriore a una più estesa diffusione di conoscenze intorno a vicende, spesso sottovalutate, di notevole rilevanza, che hanno scandito la storia, anche recente, della città e del Mezzogiorno d'Italia, inscrivendola in percorsi di sviluppo europei ed internazionali". Il progetto ha, inoltre, coinvolto i giovani dell'Istituto Nitti e quelli del Liceo artistico Filippo Palizzi, che hanno organizzato una sfilata di moda e un concerto di musica classica napoletana in tema con il volume e la mostra che vengono presentati in anteprima nazionale.
   

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