"Gli abbattimenti indiscriminati
da parte della Regione Campania di 120mila bufale campane in
dieci anni, delle quali solo l'1,4% è risultata affetta da
brucellosi, ha provocato la chiusura di 300 aziende bufaline nel
Casertano con tantissimi posti di lavoro persi. Ora la Regione
deve dirci da che parte sta e che filiera vuole, ovvero se
ancora tiene agli allevatori e al loro lavoro artigianale che
valorizza il territorio, o vuole una produzione industriale
mozzarella di bufala campana dop. Questa battaglia non riguarda
solo gli allevatori casertani, che da soli con il proprio latte
producono il 60% della mozzarella dop, ma anche quelli
salernitani e dell'intera area della Dop e di tutto
l'agroalimentare italiano". È quanto ha affermato Gianni
Fabbris, portavoce del coordinamento unitario che riunisce
alcune associazioni di allevatori della bufala campana - Altra
Agricoltura, Agricepi, Cna - nel corso del presidio tenuto
stamani a Caserta in via Unità d'Italia, davanti alla sede
dell'Asl, dove sono arrivati con i trattori una trentina di
allevatori; nella giornata di oggi la delegazione incontrerà
l'assessore regionale all'Agricoltura Nicola Caputo. Il corteo
di trattori è partito dal piazzale antistante lo stadio di Casal
di Principe, comune il cui sindaco Renato Natale, anch'egli
presente a Caserta, da anni è al fianco della protesta degli
allevatori. "La Regione deve rispondere alle istanze degli
allevatori, non può far finta di nulla", dice Natale.
Gli abbattimenti di bufale riguardano infatti soprattutto
quattro comuni del Casertano limitrofi a Casal di Principe,
ovvero quelli in cui tradizionalmente si concentra la massima
parte di allevamenti di bufale campane, cioè Santa Maria la
Fossa, Grazzanise, Cancello e Arnone e Castel Volturno.
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