Nel giorno in cui, in
un'intervista a L'Equipe, il presidente del Cio Thomas Bach
torna a ipotizzare l'esclusione del pugilato dal programma
olimpico, l'Italia della boxe maschile Elite (quella, appunto,
dei Giochi) torna, otto anni dopo l'ultima volta (e dopo la
mancata qualificazione a Tokyo 2020), sul podio dei Mondiali.
Ci riesce grazie alla vittorie nei quarti di finale, sul ring
della Stark Arena di Belgrado, del catanese Salvatore Cavallaro
nella categoria dei 75 kg e del poliziotto campano Aziz Abbes
Mouhiidine nei 92 kg (pesi massimi). Essendo approdati in
semifinale, i due saranno come minimo medaglia di bronzo
assicurandosi anche un premio in denaro (per la prima volta,
l'Aiba li ha previsti per i Mondiali) che come minimo sarà di
25mila dollari a testa.
Cavallaro ha battuto il kazako Nurkanat Rays con verdetto non
unanime (3-2; con 28-27, 29-26, 27-28, 28-27, 27-28), e giovedì,
in semifinale, si batterà con il cubanoYoenlis Hernandez
Martinez, rivale molto pericoloso.
Mouhiidine si è invece imposto nettamente (5-0; con quattro
30-27 e un 29-28) sull'indiano, campione d'Asia, Sunjeet
Sunjeet e in semifinale, anche lui giovedì, affronterà lo
spagnolo di origini cubane Emmanuel Reyes Pla, oggi vincitore
sullo statunitense Jamar Talley per split decision.
Non ce l'ha invece fatta il 'tamburino sardo' Federico Serra
che, nella categoria dei 51 kg, ha perso ai punti per 4-1
(30-27, 28-29, 30-27, 30-27, 30-27)contro lo statunitense
Roscoe Hill, 15 centimetri più alto dell'azzurro e abile nello
sfruttare il maggiore allungo.
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