MANUELA PIANCASTELLI, NAPOLI,
ZUCCARO & CANNELLA, CIBI E VINI DA FAVOLA NEL CUNTO DE LI CUNTI
(Valtrend edizioni, pp. 205, euro 18)
Una rilettura, in una chiave originale, dello straordinario
repertorio fiabesco di Giambattista Basile; un volume che indaga
per la prima volta, in maniera puntuale, il ruolo dei cibi e dei
vini nel Cunto de li Cunti (detto anche Pentamerone), per
ricostruire l'immagine di una Napoli a cavallo fra XVI e XVII
secolo: una città da 450mila abitanti, la più grande metropoli
europea, che consuma quantità enormi di alimenti prodotti
nell'intero Regno di cui Napoli è "magnifica capitale". È questo
l'ultimo lavoro (con le illustrazioni Giusi Ghioldi), di Manuela
Piancastelli, giornalista, saggista e imprenditrice
vitivinicola.
Il libro, ricco di approfondimenti storici e letterari su
cibi, ricette, vini, traccia il profilo di una città complessa e
piena di contraddizioni, vicereame spagnolo, che a inizio
Seicento è anche la più grande realtà mercantile d'Italia ed una
delle maggiori in Europa, dove c'è una divisione netta fra
ricchi e poveri, fra sazi ed affamati.
Piancastelli ha voluto far riemergere dal Cunto il racconto
dei cibi, dei vini, dei sapori della Napoli barocca, cercando di
rispondere al perché i napoletani venissero chiamati prima
mangiafoglia e poi mangiamaccheroni. Dice Piancastelli: "La
Napoli di Basile è una pentola gorgogliante, un calderone sul
fuoco con odori, sapori, ricette, ingredienti che raccontano
anche di grandi rivoluzioni industriali, come quella della
pasta, che partì proprio da Napoli. È un pezzo di storia della
città fatta di rivolte, sopraffazioni e gabelle ma anche di
zucchero e cannella, piena di osterie che diventano il simbolo
del melting pot culturale e gastronomico".
Manuela Piancastelli ci guida alla loro scoperta attraverso
testimonianze letterarie e testi di viaggiatori e storici, in un
grande puzzle della Napoli spagnola.
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