"Sono profondamente dispiaciuto
per l'accaduto e per aver causato tanta amarezza. La mia unica
intenzione era invitare a chiedersi se offrire una dote una
tantum ai diciottenni fosse un modo efficace di aiutare i
giovani, soprattutto in contesti urbani che, per tanti motivi,
possono essere considerati più complessi". Lo scrive in una nota
Francesco Venier, il docente dell'Università di Trieste autore
di un tweet considerato offensivo sui giovani di Scampia e la
'dote Letta'. "Chi sa dirmi cosa farebbero con i 10 mila euro i
diciottenni di Scampia?", questo era stato giorni fa il
messaggio, corredato da una fotografia che ritrae tre ragazzi
incappucciati. Il post ha suscitato polemiche e l'Università e
il Rettore in particolare si sono dissociati da esso.
"Le mie intenzioni, quindi, erano l'esatto contrario di
quelle che possono essere apparse: il mio pensiero è che ci
possano essere modi più costruttivi per aiutare le nuove
generazioni", prosegue la nota del professore.
Venier, tra l'altro, sottolinea di aver "con convinzione
firmato e sostenuto il manifesto di "Parole O_stili" (contro
l'uso del linguaggio violento nella rete, ndr), partecipando
anche attivamente agli eventi dell'associazione nata proprio per
ridurre il carico di odio della rete. Purtroppo, questa volta
l'ho scatenato io, inopinatamente, e mi scuso di nuovo con tutti
quelli che posso aver ferito, in particolare con i giovani di
Scampia che, cadendo in un luogo comune, ho inopinatamente
citato", conclude Venier.
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