Il Parco Archeologico di Pompei
accoglierà gli immigrati per le loro competenze professionali:
lo ha annunciato a Paestum (Salerno), alla Borsa Mediterranea
del Turismo Archeologico, Massimo Osanna, direttore del Parco
archeologico di Pompei, secondo il quale i siti archeologici,
anche e soprattutto quelli sotto la tutela Unesco, come Pompei
in Italia e Petra in Giordania, possono candidarsi a svolgere un
ruolo nel processo di accoglienza dei migranti che bussano alle
porte dell'Occidente.
"Ho già avviato contatti con le prefetture: queste persone
sono spesso portatrici di competenze che noialtri abbiamo
smarrito", ha aggiunto Osanna parlando, nel corso del faccia a
faccia, moderato dal vice direttore di Rai Cultura, Giuseppe
Giannotti, che il direttore di Pompei ha avuto, nella Basilica
Paleocristiana, con la principessa Dana Firas, presidente del
Petra National Trust del Regno Hascemita di Giordania.
"Il trust che presiedo - ha spiegato la Principessa Firas - è
un'organizzazione non governativa e si muove lungo due
direzioni: tutela e preservazione del patrimonio a disposizione
e costruzione di un'identità condivisa legata al sito. È per
questo che abbiamo avviato progetti che coinvolgono le giovani
generazioni, andando nelle scuole a riprodurre la quotidianità
dei nostri antenati". Preservazione e tutela sono parole
d'ordine imprescindibili anche a Pompei, dove secondo Osanna è
stato ribaltato un paradigma: "In passato pensavamo che per
tutelare i beni archeologici fosse necessario tenerli sotto
chiave. Ci siamo sforzati di dimostrare il contrario. Grazie al
Grande Progetto Pompei, abbiamo in poco tempo aperto un 50% in
più di case e strade dell'antica città, e i risultati sono sotto
gli occhi di tutti: 3,4 milioni di visitatori nel 2016, ma io
sono convinto che nel giro di poco tempo si possa raggiungere e
superare la soglia dei 5 milioni di turisti all'anno".
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