La pandemia è stata
un'opportunità per la criminalità calabrese, che ha approfittato
del virus per rafforzare e ampliare i suoi affari illegali. É
quanto si afferma nel report realizzato da Libera sulla
situazione della criminalità nella regione, dal titolo "La
Calabria, le Calabrie, storie di illegalità, percorsi di
impegno".
In particolare, nella regione, nel corso del biennio
2022-2023, il dato complessivo dei reati ha raggiunto livelli
superiori al periodo prepandemico. In particolare, è stata
raggiunta la cifra di 16.322 reati spia, con un aumento del 18%
rispetto al biennio prepandemico 2018/2019. Sono diminuite del
25%, invece, le interdittive antimafia, mentre sono aumentate
del 46% le segnalazioni sospette. "Una variante 'criminalità' -
si afferma nel Report - che non è solo mafiosa, con operatori
economici che vanno a cercare i servizi della mafia per stare
sul mercato e faccendieri e corrotti che fanno da ponte con le
organizzazioni criminali. Una mutazione criminale, che in
Calabria, non solo ha resistito al periodo pandemico, ma che ha
raggiunto livelli di pericolosità superiori al periodo
pre-pandemico ed ha tutte le caratteristiche per diventare il
nuovo modello delle mafie in affari, sempre più inserito
nell'economia ferita dal virus. Il dato complessivo dei reati
spia (usura, estorsione, riciclaggio denaro, reati informatici,
truffe e frodi informatiche) ha raggiunto, nel biennio
2022-2023, la cifra di 16.322, con un incremento del 18%
rispetto al numero di reati spia del biennio pre-pandemico
2018/2019, quando erano 13.836. A livello provinciale, nel corso
del 2023, la provincia in cui c'é stato il maggior numero di
reati spia è Cosenza, con 2.636, seguita da Reggio con 2.588 e
Catanzaro con 1.664. In termini di incremento percentuale
rispetto al 2022, la provincia di Vibo Valentia, con +8%, ha
registrato l'aumento maggiore. Sono diminuite, invece, le
interdittive antimafia, passate dalle 720 del biennio 2018/2019
alle 538 del biennio 2022/2023.
"La forza della 'ndrangheta - si afferma ancora nel Report -
risiede nella capacità di coniugare il vecchio e il nuovo con
una potenza criminale ed economica capace di affrontare le sfide
e i cambiamenti imposti dalla modernità globale rimanendo uguale
a se stessa. Un'organizzazione criminale che nel contempo ha
mantenuto forti radici nel territorio d'origine che, rimane
'cuore pulsante' o 'roccaforte' del suo potere. L'organizzazione
manifesta un'alta capacità rigenerativa, producendo
periodicamente una nuova generazione criminale in grado
sicuramente di raccogliere il testimone per una più evoluta
concezione dell'imprenditoria mafiosa. La capacità di
adattamento delle cosche ai luoghi e ai tempi rende la
'ndrangheta competitiva nei mercati esterni ai confini
regionali, dove vanta autorevolezza e affidabilità, riuscendo
peraltro ad espandersi in quelli legali grazie ad una fitta rete
collusiva. Si ritiene che elementi vicini alle famiglie
'ndranghetiste, se non direttamente legati ad esse, possano
essere in grado di inserirsi, con capitali occulti, in società
finanziarie attive sul mercato nazionale ed internazionale per
pianificare progetti che richiedono l'impiego di fondi
consistenti. Tutto ciò è collegato al fatto che, nel nord ed
anche nel centro Italia la 'ndrangheta cerca di insinuarsi
sempre più nel mondo dell'economia e della finanza. Solo nel
Nord Italia si contano ben 43 locali di 'ndrangheta".
Il Report di Libera sarà presentato domani, 8 ottobre, a
Crotone, il 10 a Reggio Calabria ed il 14 ottobre a Catanzaro.
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