(di Ezio De Domenico)
ARCANGELO BADOLATI 'FIGLI
TRADITORI. I RAMPOLLI DEI BOSS IN FUGA DALLA 'NDRANGHETA' (Luigi
Pellegrini editore, 201 pp, 15 euro)
Un fenomeno, ormai, sempre più diffuso e che ha già determinato
conseguenze concrete negli equilibri di potere all'interno
dell'organizzazione criminale calabrese, considerata la più
potente al mondo per disponibilità di risorse e per la sua
capacità di condizionare le scelte delle amministrazioni
pubbliche a tutti i livelli, anche a livello internazionale: i
figli dei più potenti boss della 'ndrangheta che si ribellano ai
loro padri e si distaccano, con l'ambizione di emanciparsi dalle
"regole" soffocanti dell'organizzazione. E che decidono, di
conseguenza, di collaborare con le Procure antimafia per
rivelare i segreti più intimi delle 'ndrine e dei loro assetti
organizzativi.
E' questo l'argomento che Arcangelo Badolati, caposervizio della
Gazzetta del Sud, approfondisce nel suo libro "Figli traditori.
I rampolli dei boss in fuga dalla 'ndrangheta", pubblicato da
Luigi Pellegrini editore.
La scelta di questi "figli traditori", tra l'altro, fa venire
meno una delle regole su cui si è basata storicamente la forza
stessa della 'ndrangheta: la sua impermeabilità grazie ai
vincoli familiari su cui è basata la sua stessa struttura,
garanzia di fedeltà assoluta ai principi ed agli scopi
dell'organizzazione. Il che spiega anche lo scarso numero di
pentiti che ha sempre registrato la 'ndrangheta rispetto alle
altre mafie del nostro Paese.
Il volume di Badolati contiene una prefazione dello scrittore e
docente universitario italo-canadese Antonio Nicaso ed un
contributo del sociologo Ercole Giap Parini, direttore dei
Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell'Università
della Calabria.
Il racconto del giornalista della Gazzetta del Sud approfondisce
le vite e le scelte dei figli "redenti" dei boss di Limbadi,
Lamezia Terme, Cosenza, San Leonardo di Cutro, Cirò Marina,
Rosarno, Cosenza, Platì, Briatico, Davoli e Crotone. Uomini e
donne che hanno svelato i retroscena di delitti e di lucrosi
affari maturati nelle loro cosche di appartenenza. Tutto ormai
sta rapidamente cambiando all'interno della 'ndrangheta e il
volume di Badolati lo dimostra attraverso storie, aneddoti e
sentenze giudiziarie. "'Figli traditori' - scrive nella
prefazione Antonio Nicaso - è un volume utile. Attraverso le sue
pagine, il lettore potrà immergersi nella vita di almeno una
ventina di rampolli di 'ndrangheta che hanno deciso di
collaborare con la giustizia, assumendosi il carico di una
decisione difficile, come appunto quella di tradire il proprio
sangue, per non essere del tutto fagocitati in un mondo in cui
l'autodeterminazione sembra essere un lusso riservato a pochi.
Ogni storia è unica, con sfumature di colpa, rimorso, ma anche
speranza e redenzione. Si scopre che dietro il volto spesso
impenetrabile dei collaboratori di giustizia si nasconde un
conflitto interiore dilaniante, fatto di affetti contrastanti,
di paura e di coraggio".
Arcangelo Badolati, che ha firmato più di venti pubblicazioni
sulla storia della criminalità organizzata calabrese, è anche
autore di testi teatrali, sceneggiature e trasmissioni
televisive.
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