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Sequestro beni a operaio Calabria Verde, non ha mai lavorato

Sequestro beni a operaio Calabria Verde, non ha mai lavorato

Suoi superiori ne attestavano falsamente la presenza in servizio

CATANZARO, 30 gennaio 2024, 15:09

Redazione ANSA

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(v. "Truffa e assenteismo, sequestrati beni..." delle 12.21) Avrebbe dovuto trovarsi ad Africo per lavorare come operaio forestale per "Calabria Verde", ente strumentale della Regione, ma gli investigatori della Guardia di finanza di Catanzaro agganciavano la cella del suo telefonino a Roma, dove in effetti si trovava. E' accusato di non avere mai lavorato in cinque anni Natale Bruzzaniti, di 57 anni, originario di Melito di Porto Salvo, nei confronti del quale il gip di Catanzaro ha disposto il sequestro preventivo di oltre 93 mila euro.
    Insieme a Bruzzaniti sono indagati tre suoi superiori, Giuseppe Ciriaco, di 68 anni, capo squadra di Calabria Verde, ed i capi operai Pasquale Romeo, di 69 anni, e Antonio Romeo, di 54.
    Da gennaio 2017 a maggio 2022 i superiori di Bruzzaniti avrebbe attestato falsamente la sua presenza in servizio nei periodi in cui in realtà l'operaio era assente.
    Dagli accertamenti effettuati dalla Questura di Roma è emerso che Bruzzaniti, pur risultando dipendente di Calabria Verde, dimorava stabilmente nella capitale e si recava in Calabria solo per brevi periodi, per lo più in occasione delle festività.
    E anche quando si trovava in Calabria "non si recava mai al lavoro", scrive il gip Chiara Esposito nel decreto di sequestro preventivo. "Tali condotte - afferma ancora il giudice - venivano perpetrate con la complicità degli altri indagati. In particolare, Giuseppe Criaco, responsabile diretto di Bruzzaniti, compilava e sottoscriveva i rapporti giornalieri di cantiere, mentre Pasquale Romeo, capo operaio, compilava e sottoscriveva il listino paga mensile e controfirmava il rapporto giornaliero di cantiere".
    Analogo comportamento in favore di Bruzzaniti sarebbe stato adottato dall'altro capo operaio, Antonio Romeo.
    Tale condotta, da parte degli indagati, avrebbe procurato un ingiusto profitto a Natale Bruzzaniti, "frutto - scrive il gip - del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato".
   

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