La società Reggina Calcio
1914 non ricorrerà al Collegio di garanzia del Coni dopo il
pronunciamento della Corte d'appello Federale che ha
ridimensionato da 7 a 5 punti la penalizzazione in classifica
per il mancato pagamento di scadenze fiscali e previdenziali. Lo
ha annunciato in una conferenza stampa il presidente della
società Marcello Cardona che ha spiegato le difficoltà
incontrate dalla società, che da una parte ha sottoscritto un
concordato con il Tribunale fallimentare di Reggio Calabria, e
dall'altra non è stata messa nelle condizioni di onorare le
scadenze federali.
"Abbiamo fatto solamente quello che ci ha imposto il
Tribunale - ha spiegato Cardona - e da lì si è creata una sorta
di 'corto circuito' tra regole dell'ordinamento sportivo e
disposizioni normative statali. Se avessimo scelto di pagare,
automaticamente saremmo usciti dal concordato con il Tribunale".
Tuttavia, la decisione di non ricorrere ulteriormente è
scaturita anche dalla considerazione e dall'attenzione che i
vertici della Federazione hanno dimostrato verso la società, "e
poi, accertato - ha aggiunto Cardona - che siamo rientrati
dentro quel range importante dei play off, ad un attimo dalle
fine del campionato, ed essendo consapevoli che abbiamo un team
importantissimo che ha dimostrato quanto valiamo tecnicamente,
continuiamo a giocarcela sul campo. Ma va però analizzata la
situazione societaria - ha aggiunto -. Da qualche mese c'è una
legge dello Stato che consente la ristrutturazione del debito, e
la Reggina, prima società professionistica in Italia, ha deciso
di avvalersi di questo istituto per ristrutturare il suo
importantissimo debito, che non è solo della vecchia società, ma
è anche un debito strutturale che si trascina da tantissimi
anni. Questa società, all'inizio, ha cercato di dialogare con i
creditori, ma il debito si è rivelato importante, e si è deciso
di affidare tutto ad un concordato".
"Questa Società deve essere sanata - ha concluso Cardona -
deve essere messa in grado di fare progettazioni importanti, che
sono già in atto e che verranno messi in pratica non appena il
Tribunale approverà, con un proprio atto, il piano di
ristrutturazione, consentendoci di sanare i debiti pendenti".
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