La Corte d'Appello di
Reggio Calabria ha assolto il magistrato Alberto Cisterna, ex
vice procuratore nazionale antimafia, accusato di falso in atto
pubblico. La sentenza è arrivata oggi con la lettura del
dispositivo da parte del presidente della Corte Lucia Monaco
dopo che la stessa Procura generale aveva chiesto l'assoluzione
di Cisterna il quale ha rinunciato anche alla prescrizione.
Tra le indagini, condotte dalla Procura all'epoca guidata da
Giuseppe Pignatone, due condanne in primo e secondo grado (a un
anno di carcere) e un annullamento con rinvio della Cassazione
nell'aprile del 2021, per Cisterna è stato un calvario
giudiziario durato oltre 10 anni che si è concluso con
l'assoluzione del magistrato difeso dall'avvocato Giuseppe
Milicia.
In qualità di professore a contratto alla facoltà di
giurisprudenza dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria,
Cisterna - uno dei magistrati reggini più impegnati nella lotta
alla 'ndrangheta - era accusato di avere attestato falsamente
nel registro didattico l'effettuazione delle lezioni e la
regolarità e il completamento del corso che lo stesso teneva a
titolo gratuito. Il processo era nato da un'indagine coordinata
dall'allora sostituto procuratore Beatrice Ronchi.
Nelle prossime settimane la Corte d'Appello depositerà le
motivazioni della sentenza ma è probabile che i giudici di
piazza Castello abbiano tenuto in considerazione quanto scritto
nella sentenza di annullamento dalla Cassazione secondo cui la
condanna di Cisterna nel precedente giudizio del 2019, è stata
"una decisione erronea" e "illogica in quanto debitrice di un
ragionamento congetturale privo di fondamento fattuale".
Con la sentenza emessa oggi dalla Corte d'Appello di Reggio
Calabria, diventa definitiva l'assoluzione di Cisterna, oggi
presidente di Sezione al Tribunale di Roma.
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