Niente picnic e gite fuori porta
con grigliata in Calabria per il lunedì dell'Angelo. Per il
secondo anno consecutivo, causa 'zona rossa', il lungo week-end
pasquale è trascorso giocoforza in tono minore, all'insegna di
limitazioni e divieti imposti dall'avanzata del virus.
I controlli delle forze dell'ordine, intensificati ieri e
oggi, ma anche i bollettini sanitari che danno conto di una
curva pandemica che non accenna a placarsi (tra ieri e oggi 17
decessi), hanno scoraggiato le "rimpatriate" di Pasquetta. A
farla da padrona è stata, comunque, la tavola riccamente
imbandita, come da tradizione, sia per il pranzo a più portate,
impreziosito da dolci del periodo di Pasqua, sia con il menu del
lunedì. Il tutto in versione strettamente casalinga.
L'emergenza ha costretto tutti in casa (fatti salvi
sanitari e forze dell'ordine) imponendo un cambio di abitudini
che tuttavia non sembrerebbe avere inciso più di tanto sui
piaceri del palato. A farsi sentire più pesantemente, per i
risvolti economici che comporta, è stata invece la chiusura
forzata al pubblico di ristoranti, trattorie e agriturismi dove
negli anni passati, in coincidenza con le festività di
primavera, si registrava il pienone. Un aspetto tutt'altro che
irrilevante per un settore dell'economia regionale che, in
questi giorni, tradizionalmente, era in condizione di mettere a
segno risultato di tutto rispetto.
Limitata, ma comunque significativa, la partecipazione
alle tradizionali funzioni religiose in tutta la regione. E
attenzione sempre molto viva per solidarietà verso il prossimo
meno fortunato. Anche quest'anno, così come avvenne nel primo
traumatico lockdown del 2020, le nuove tecnologie sono venute in
soccorso di tante famiglie che hanno figli e parenti
impossibilitati a rientrare in Calabria: in questi giorni è
aumentato considerevolmente il volume delle videochiamate.
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