Scoperti in Basilicata i resti del
più antico Leone delle caverne in Europa: risale a circa 650mila
anni fa ed è stato trovato nel sito di Venosa Notarchirico, da
dove proviene anche il più antico resto fossile umano mai
scoperto in Italia, un adolescente di Homo heidelbergensis
risalente allo stesso periodo. La scoperta pubblicata su Journal
of Quaternary Science è stata fatta dal gruppo di ricerca
internazionale guidato da Alessio Iannucci, dell'Università di
Tubinga in Germania, con la partecipazione di Raffaele Sardella
e Beniamino Mecozzi dell'Università Sapienza di Roma. La
scoperta del frammento di osso di zampa di Leone delle caverne,
Panthera spelaea, arricchisce ulteriormente il catalogo di
fossili rinvenuti in questi anni dal prezioso sito lucano di
Notarchirico noto perché conserva una delle più antiche presenze
in Europa della cosiddetta cultura acheuleana. Tra questi anche
il più antico resto fossile umano mai scoperto in Italia, un
frammento di femore appartenente probabilmente ad un adolescente
di Homo heidelbergensis che testimonia la presenza umana nel
sito in un periodo compreso tra 695.000 and 610.000 anni fa.
"Comparsa in Europa oltre 600.000 anni fa, la cultura acheuleana
si è poi diffusa rapidamente nel continente. Nello stesso
periodo - ha detto Mecozzi - nel corso del passaggio tra
Pleistocene Inferiore e Medio, i leoni delle caverne e altri
grandi mammiferi si diffusero in Europa". La nuova scoperta
aiuta a fare luce su un periodo caratterizzato da importanti
trasformazioni climatiche che portarono alla scomparsa di alcune
specie come le iene giganti e l'arrivo di altre come l'elefante
antico e il cervo. "La scoperta di una presenza così antica del
grande leone delle caverne in Europa - ha sottolineato Sardella
- avvalora l'idea che questo grande predatore sia stato parte di
un grande rinnovamento della fauna".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA