In Basilicata dopo la pandemia "il
tasso di occupazione sta registrando un leggero e costante
miglioramento, per cui confrontando il terzo trimestre del 2019
con il terzo trimestre del 2023 risulta che l'occupazione
femminile lucana è aumentata del 4,8 per cento, portando la
Basilicata ad avere un'occupazione femminile pari a quasi il 40
per cento, prima tra le regioni del Mezzogiorno ma comunque di
quasi venti punti percentuali sotto la media nazionale e di
circa trenta rispetto al Nord Est, dove lavora quasi il 70 per
cento delle donne in età attiva": è uno dei dati emersi oggi, a
Potenza, durante un corso di educazione finanziaria promosso
dalla Banca d'Italia e da Cgil, Cisl e Uil sul tema: "Le donne
contano anche nel mondo del lavoro".
Secondo quanto reso noto dalla Cisl, "il differenziale
retributivo tra uomo e donna è stimato intorno al dieci per
cento, sia per quanto riguarda la retribuzione annua sia il
salario giornaliero. Inoltre, le donne lucane lavorano meno
giorni degli uomini: se gli uomini lucani lavorano in media tra
i 213 e i 224 giorni, le donne lucane lavorano in media tra i
200 e i 213 giorni, quindi in media da 16 a 20 giorni in meno
degli uomini, a testimonianza della larga diffusione del
contratto part-time volontario e forzato che caratterizza il
lavoro femminile lucano, con pesanti conseguenze sul futuro
reddito da pensione".
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