"In Anas per ispezionare i viadotti
gemelli del Morandi sono state usate le riflettometriche, ma
anche le endoscopie, le prove di carico e di rilascio". Lo ha
detto Paolo Mannella, ingegnere di Anas in forze alla Direzione
Operation e Coordinamento Territoriale. Mannella era stato già
sentito nelle scorse udienze del processo per il crollo del
viadotto Polcevera (14 agosto 2018, 43 vittime) ma il collegio
ha chiesto al dirigente di scrivere una sorta di relazione sulle
ispezioni sui viadotti progettati da Morandi. In aula ha parlato
del ponte della Magliana, a Roma, e del Carpineto, in
Basilicata. E ha spiegato che appunto si eseguivano tutte le
prove, non solo le riflettometriche e che i punti "più
importanti che venivano esaminati erano le antenne, e cioè le
sommità del ponte a cui sono collegati gli stralli, e la parte
inferiore. In particolare le antenne sono la parte più critica
perché complicate da realizzare e dunque è proprio lì che
potrebbero esserci problemi di intasamento di ferro e
calcestruzzo che non passa".
E' anche vero, ha aggiunto Mannella, "che dopo il 2018 sono
aumentati i fondi per i controlli e ci sono state linee guida
più stringenti". I legali di alcuni difensori però lo hanno
incalzato sulla presenza o meno dei report trimestrali. "Sono
nel settore delle manutenzioni dal 2015, non saprei rispondere".
Per gli avvocati, invece, anche per quei ponti non c'erano le
trimestrali.
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