Aumento dei salari, contrasto alla
legge di bilancio che impoverisce i lavoratori, ma soprattutto -
con riflessi di carattere regionale - i temi dominanti del
dibattito lucano: "Dimensionamento scolastico, servizio
sanitario pubblico all'ultimo posto delle classifiche,
deindustrializzazione dell'area industriale di Melfi, sviluppo
mancato, allontanamento dei giovani dalla Basilicata".
Sono stati questi i motivi che hanno spinto Cgil e Uil a
proclamare - con lo slogan "Adesso basta" - lo sciopero
regionale l'1 dicembre, per otto ore lavorative, "a sostegno di
un'altra urgente politica economica, sociale e contrattuale". I
due segretari regionali, Fernando Mega (Cgil) e Vincenzo
Tortorelli (Uil) ne hanno spiegato, in una conferenza stampa
svoltasi nel piazzale antistante gli uffici della Regione
Basilicata, le ragioni. "Il governatore Bardi non pensi troppo
alle ricandidature - ha detto Tortorelli - ma ai problemi dei
lucani. A partire dal dimensionamento scolastico, che prevede la
chiusura di una scuola su quattro in questa regione, che si sta
consumando in un silenzio assordante".
"Smettiamola con il racconto, prendiamo atto dei dati, e
proviamo a invertire la tendenza e a pensare a un modello di
sviluppo utile ai giovani", ha aggiunto Mega. I due dirigenti
sindacali hanno fatto appello alla mobilitazione dell'intera
comunità locale. Il programma prevede, a partire dalle ore 10,
un concentramento in piazza 18 agosto, con il comizio successivo
in piazza Mario Pagano che sarà concluso dall'intervento del
segretario generale della Uil pensionati, Carmelo Barbagallo.
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