Migliorare la resistenza ai
terremoti degli edifici presenti in cinque centri della Val
d'Agri "potrebbe avere un costo complessivo di circa 175 milioni
di euro", attraverso "un programma d'intervento sviluppato in
dieci anni" che "appare compatibile con le disponibilità
derivanti dalle royalties" e che "consentirebbe di ridurre
drasticamente i danni in caso di futuri terremoti coerenti con
la pericolosità sismica naturale della zona". E' una delle
conclusioni contenute nello studio - "Verso un piano d'azione
per la mitigazione del rischio sismico del patrimonio edilizio
residenziale della Val d'Agri" - realizzato dall'Università
della Basilicata, che sintetizza un'attività decennale sul tema
della riduzione del rischio sismico. La ricerca è stata
presentata dal docente di Tecnica delle Costruzioni nell'Unibas,
Angelo Masi, nel corso della 35/a Conferenza Internazionale
della Società Sismologica Europea, che si è svolta a Trieste.
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