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ANSAcom - In collaborazione con Assobirra
Il 2023 conferma la solidità del comparto birraio italiano nonostante una contrazione di mercato intorno al -5,02% nella produzione ma con una tendena in crescita rispetto al periodo pre-pandemia. In campo innovazione e investimenti, capacità di reinventarsi e resilienza. Ma anche la richiesta di sostegno concreto per tornare a crescere. È quanto emerge dall’Annual Report 2023 di Assobirra-Associazione dei Birrai e Maltatori, presentato a Roma alla presenza del ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso. Il report economico registra una flessione di produzione (-5,02%), consumi (-5,85%), export (-5,36%) e import (-7,5%). In particolare, nel 2023 la produzione di birra in Italia ha raggiunto 17,4 milioni di ettolitri, registrando una contrazione del 5,02% rispetto ai 18,3 milioni di ettolitri del 2022, ma superando i livelli pre-pandemici del 2019 (17,3 milioni di ettolitri) e quasi eguagliando il 2021 (17,8 milioni di ettolitri). I consumi, seppur in calo rispetto al record del 2022 (22,5 milioni di ettolitri), si sono attestati a 21,2 milioni di ettolitri nel 2023, facendo segnare un decremento del 5,85% ma mantenendo una quota che supera il massimo storico di consumo registrato fino allo scorso anno e che è superiore di quella del 2021, delineando una crescita di oltre 20 punti percentuali rispetto a dieci anni fa. Per quanto riguarda l’import, è stata registrata una flessione del 7,55% rispetto all’anno precedente, pari a 600mila ettolitri, con 7,4 milioni di ettolitri a fronte dei circa 8 milioni del 2022. L'export mostra un aggregato inferiore a quello del 2022 (3,6 milioni di ettolitri nel 2023, con un -5,36% rispetto ai 3,8 dell’anno precedente). Tra i canali distributivi e di consumo riemerge il fuori casa, che nel 2023 registra un +1,8% rispetto all’anno precedente, di fatto mantenendo gli stessi volumi, con consumi complessivi leggermente inferiori agli 8 milioni di ettolitri. Assobirra, viste nel 2023 le complessità derivanti da inflazione e riduzione del potere di acquisto degli italiani e registrata una contrazione di mercato in termini di produzione, import, export e consumi, chiede una riduzione strutturale delle accise a cui la birra è soggetta, per poter confermare gli investimenti, e così stimolare la ripresa del mercato. Trend di decrescita che sembrerebbe invece essersi fermato nel 2024 "con prospettive di lungo periodo positive qualora la stagione estiva dovesse segnare una ripresa”. Assobirra ricorda inoltre che il settore brassicolo ricopre un ruolo centrale per l’economia italiana con oltre 100mila operatori in oltre 1.000 aziende (1.012 realtà del settore tra birrifici, microbirrifici e malterie), crea un valore condiviso di 10,2 miliardi di euro (equivalente allo 0,54% del Pil) e, “soprattutto, unica fra le bevande da pasto, versa all’erario oltre 700 milioni in accise annue che si sommano alla contribuzione fiscale ordinaria”.
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